mercoledì 25 dicembre 2024

Si può fare a meno della religione ma non della spiritualità

Giacomo Ramella Pralungo;


Nella giornata del Natale, Giacomo Ramella Pralungo, autore di narrativa e articolista a sfondo storico e culturale, ex cristiano cattolico ed ex buddhista prima di scuola tibetana e poi Zen giapponese, oggi irreligioso, trasmette le proprie considerazioni in tema di religione e spiritualità.


Oggi si festeggia il Natale cristiano. Lei un tempo era credente, ora non più. Che cosa percepisce maggiormente in questi giorni di festa?


«Quando vengono viste dal di fuori, da una posizione equanime, le cose di solito vengono percepite con una maggiore chiarezza. Con l’ andare del tempo, guardandomi intorno, ho notato che appena si fa l’ ora di celebrare le ricorrenze religiose vi è una grande cura per l’ apparenza, tra addobbi, scambi di auguri e regali, pranzi e cenoni. Ben poche persone festeggiano con la giusta consapevolezza la ricorrenza del giorno, la maggioranza si limita infatti a portare avanti le consuetudini. Si dice che è sempre stato così (risata), a che serve ragionarci su? Io invece ho sempre pensato che se qualcuno segue una fede religiosa, qualunque essa sia, dovrebbe sapere con esattezza tutto ciò che fa e perché. Purtroppo, però, esistono persone che credono a tutto quanto ciò che viene loro detto, dicendo che ‘così dicono le scritture e insegnano i sacerdoti’, e altre che invece festeggiano senza mai pensare in alcun modo alla religione, solo perché tutti lo fanno da sempre. Sono atteggiamenti molto comuni, ma altrettanto sbagliati!».


Un tempo lei era credente ma poi si è allontanato dalla fede.


«Vero, sono stato cristiano cattolico ma smisi di credere quando avevo vent’ anni. Era l’ estate 2004. In realtà avevo qualche dubbio che mi portavo dietro da qualche anno sull’ invisibilità di Dio nel mondo e la presenza del dolore benché scritture e ordine sacerdotale lo descrivano come buono e onnipotente. Ricordo che cercai di capire studiando e discutendo con un amico parroco, ma alla fine mi resi conto che la religione non fa al caso mio. Nel 2015 richiesi e ottenni addirittura l’ annullamento del mio battesimo. Dal 2006 al 2016 circa sono stato buddhista, ma pur essendomi allontanato anche da quest’ altra fede, che per molti aspetti si basa sulle tipiche dinamiche di tutte le altre, sento che per molti altri ha fatto sue determinate idee profonde e concrete.».


Ora dice spesso che si può fare a meno della religione ma non della spiritualità.


«Sì, esattissimo. Può sembrare una contraddizione, ma in realtà è un concetto molto logico. La religione è un insieme di credenze, riti e preghiere, mentre la spiritualità è la cura dello spirito, che tutti noi abbiamo e va oltre le religioni. Anche molti atei sono dediti a forme di spiritualità. Io vedo qualcosa di spirituale in varie cose della vita quotidiana, forse addirittura tutte: cucinare, mangiare, andare per i boschi, accudire gli animali, scrivere, leggere. Tutto ciò che facciamo può essere spiritualità ad altissimo livello, e senza bisogno di ricorrere a entità spirituali divine o angeliche.».


Lei dice anche che se venisse confermata l’ esistenza di un Dio, la cosa non avrebbe la minima importanza per l’ umanità.


«E’ proprio così. Noi siamo esseri completi, nella nostra caducità. Siamo dotati di mente e cuore, quindi siamo padroni di noi stessi. Che cosa potrebbe conseguire la presenza di una qualsivoglia divinità? Si può anche partire dal principio di un Dio creatore e di un angelo custode, ma anche così la sofferenza e le difficoltà rimangono una realtà che neppure loro hanno saputo evitare. Non esiste altro che la nostra lotta contro il dolore, che ognuno di noi porta avanti da solo e con mezzi umani. Tutti noi abbiamo a disposizione la nostra intelligenza per trovare una via che ci porti oltre il dolore. Solo noi possiamo liberare noi stessi, con la forza del nostro spirito e l’ esercizio costante: solo così la nostra essenza, legata all’ essenza del tutto, emerge con chiarezza. Io penso che la vita consista nell’ opportunità di evolvere in qualcosa di meglio, e di conoscerci. Abbiamo già tutto ciò che occorre dentro noi stessi, questioni come la presenza o meno di una divinità non fa differenza.».


Il tema della religione rappresenta un argomento di grande interesse storico e culturale per lei, tanto che ne ha parlato in due suoi romanzi.


«Assolutamente sì, è un tema che nelle mie ricerche mi ha portato a considerazioni poco ovvie che ho espresso in ‘Fantasma del passato’ e ‘Sotto il cielo della Porta divina’. La religione è un prodotto umano che ci accompagna da sempre, e da un lato ha sicuramente portato all’ avvento di sistemi tradizionali custoditi dagli ordini sacerdotali, che spesso si sono occupati anche di politica, come la Chiesa cattolica al tempo dello Stato Pontificio, del lamaismo buddhista in Tibet e Mongolia o dell’ Iran degli ayatollah piuttosto che dell’ Afghanistan dei talebani. Dall’ altro, è anche vero che dà rifugio e conforto a molte persone che affrontano svariate difficoltà esistenziali. Il discorso è davvero molto ampio, come è tipico dei prodotti umani.».


Su che cosa si fonda la sua spiritualità?


«La mia spiritualità si fonda sulla mia esperienza personale e quotidiana. Faccio una ventina di minuti di meditazione ogni mattina, e in ogni cosa che faccio giornalmente cerco sempre di essere attento e consapevole, scoprendo cose nuove laddove mi è possibile. Credo di avere una spiritualità semplice e diretta, molto concreta (risata)!».


Che cosa pensa della religione nel mondo di oggi?


«Credo che oggi abbia i presupposti per vivere una rivoluzione, dato che siamo nell’ era delle informazioni. La gente di oggi è più colta, perché può accedere più facilmente alle notizie e addirittura immetterne, stimolando la discussione. La religione stessa, quindi, ha l’ opportunità di cambiare ed evolversi per adattarsi ai tempi come ogni altra cosa di questo mondo costantemente mutevole, svecchiandosi e facendo a meno del superfluo.».


Che cosa si sente di dire a chi è religioso?


«Se qualcuno si trova bene seguendo una religione, allora la segua con diligenza, e senza mai dimenticare di ragionare con la propria testa e con il proprio cuore. Non si commetta mai l’ errore di seguire un valore solo perché lo seguono tutti o perché viene insegnato da un maestro famoso e affascinante: ognuno di noi ha infatti una mente e un cuore che per nessun motivo deve mai tralasciare! C’ è un passo del Kalama Sutta, un famoso e apprezzato testo buddhista, in cui il Buddha Śākyamuni dice una cosa molto bella: ‘Non fatevi guidare da dicerie, tradizioni o dal sentito dire. Non fatevi guidare dall’ autorità delle sacre scritture né solo dalla logica o dall’ inferenza né dalla considerazione delle apparenze né dal piacere della speculazione né dalla verosimiglianza né dalla considerazione: ‘Il monaco è il nostro maestro’. Ma quando capite da voi stessi: ‘Queste cose non sono salutari, ma sono sbagliate e cattive, bandite dai saggi’, allora abbandonatele... e quando capite da voi stessi: ‘Queste cose sono salutari e buone, portano beneficio e felicità’ allora accettatele e seguitele.’.».

 

La ringraziamo per il bel tema affrontato con noi.


«Grazie a voi, è sempre un grande piacere. E buon Natale a tutti.».

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