martedì 24 settembre 2019

I benefici della lettura e della scrittura: due passi nel mondo di Giacomo


La lettura e la scrittura rappresentano valori di grande importanza per Giacomo Ramella Pralungo, scrittore di fantascienza e articolista storico che afferma di dovere molto soprattutto come persona a queste due grandi conquiste del genere umano, sottolineando spesso che andrebbero vissute con maggiore coscienza, come ogni altra tappa fondamentale della nostra esistenza personale: «Sono l’ occhio destro e sinistro della civiltà, ci hanno permesso di custodire molti ricordi della nostra storia passata e i segreti delle scoperte scientifiche e culturali, ma il più delle volte le guardiamo con noia, aspettando di poter passare rapidamente ad altro. Eppure, gli scienziati hanno dimostrato che sia leggere che scrivere hanno benefici infiniti come il cielo, e più in generale si può affermare che rappresentano un passatempo molto gradevole e, soprattutto, una fonte unica di miglioramento personale e persino una terapia.».

Mostrandoci alcuni pipistrelli dormienti a testa in giù in un angolo della terrazza coperta, poco prima di entrare in salotto, l’ «inventore di storie» afferma di aver sempre trovato simpatico ed interessante questo particolare animale, benché generalmente descritto come macabro e sinistro, tanto che nei secoli è stato indelebilmente abbinato a determinate pratiche di magia nera e stregoneria. Ridacchiando in modo composto si concede una battuta: «Il solo problema è che questi piccoli esemplari somigliano alle galline per la tendenza a fare ovunque e in abbondanza i loro bisogni, ma se penso che sono grandi divoratori di zanzare non mi lamento, anzi, grazie a loro non devo ricorrere agli spray o agli zampironi…».
Poco dopo, mentre sfoglia l’ immancabile libro con accanto alcune pagine di appunti che recano quelli che lui chiama ironicamente «i suoi scarabocchi», spiega che verso gli otto anni si è appassionato alla fantascienza, a dieci alla storia e alla mitologia, a dodici alla scrittura e alla lettura regolare a quindici. Nel corso del tempo, lo studio in generale, e la lettura e la scrittura in particolare sono stati elementi fondamentali per lui: «Ho avuto determinati problemi personali, come la morte di un genitore, la sofferenza dell’ altro, il fatto di essere figlio unico e la mancanza di relazioni amicali stabili, soprattutto con i miei coetanei, a cui in particolare ho trovato una bella alternativa nel rapporto con i miei cani e nelle mie escursioni nei boschi e tra colline e monti. Ho passato molto tempo da solo e ho sofferto di depressione, ma sono riuscito a stare meglio proprio grazie alla lettura e alla scrittura, che hanno assunto per me una grande funzione di guarigione e comprensione, in grado di aiutarmi a superare il confine tra stabilità e squilibrio mentale, serenità e perturbazione. In un certo modo si sono rivelate un bel modo per compensare quel che da bambino e ragazzino mi mancava.».
Peraltro, varie personalità del mondo sia scientifico che accademico hanno spesso evidenziato precisi benefici della pratica sia della lettura che della scrittura, che Giacomo sente di poter fermamente confermare tanto come persona che come autore. Lui stesso dedica molto tempo alla lettura, soprattutto di libri e articoli, di cui esamina forma e contenuti, e ovviamente alla scrittura, e sostiene che entrambe queste attività presentano una quantità così elevata di benefici che sarebbe impossibile elencarli tutti: «Nel contesto della lettura, da cui bisogna necessariamente cominciare prima di passare direttamente alla scrittura, i più importanti sono dieci: stimola la mente, riduce lo stress, favorisce la tranquillità, migliora la conoscenza, espande il vocabolario, migliora la memoria, rende più forte la capacità analitica del pensiero, migliora il livello di attenzione e di concentrazione, e, infine affina le abilità di scrittura.».
Come tutti gli altri muscoli del corpo, spiega lo scrittore, anche il cervello ha bisogno di fare esercizio per restare in forma, ragion per cui il detto «o lo usi o lo perdi» è particolarmente adatto in riferimento alla mente, e la lettura è un mezzo privilegiato per stimolarla aiutando a prevenire o rallentare lo sviluppo di malattie come la sindrome di Alzheimer e le altre forme di demenza senile. Quando si è immersi in un testo ci si ritrova in un’ altra dimensione, una sorta di mondo parallelo in cui ci dimentica dei problemi, facendo vivere il presente, lasciando al di fuori le tensioni e concedendo un po’ di rilassamento. Qualsiasi cosa si legga, questa si va ad aggiungere al proprio bagaglio culturale, ampliandolo e tornando utile quando meno ce lo aspettiamo. Più conoscenze si hanno, più si sarà pronti ad affrontare le sfide che la vita presenta, peraltro nutrendo il pensiero. Le parole nuove inoltre si andranno ad aggiungere a quelle che costituiscono il proprio vocabolario quotidiano, esprimersi bene e in modo articolato è infatti importante anche in ambito lavorativo, e sapere che si sa parlare con sicurezza davanti ad una persona importante può essere stimolante anche per la propria autostima. Per quanto la memoria abbia un limite, il cervello è qualcosa di meraviglioso e può ricordare moltissime cose con una certa disinvoltura. E’ quindi straordinario come le dinamiche della memoria che si innescano nel lettore rinforzino le sinapsi, influendo in modo importante anche sull’ umore. Quando si legge un libro, tutta l’ attenzione si riversa sul testo, il resto del mondo rimane fuori e ci si ritrova immersi in ogni dettaglio: la stessa abilità utilizzata per analizzare i dettagli ritornerà utile per criticare il contenuto, determinando se è stato scritto un brano accettabile, se gli argomenti sono stati sviluppati in modo appropriato, se la forma è scorrevole e così via.
«Soprattutto, leggere molto aiuta a scrivere bene.» precisa ad un certo punto Giacomo «Solo i grandi scrittori possono essere veri maestri, e io stesso ho stabilito un preciso rapporto, una sorta di lignaggio tra maestro e discepolo, con nomi leggendari quali Charles Dickens, Herbert George Wells, Frank Herbert, Thich Nhat Hanh, Tenzin Gyatso, Michael Crichton, Antonio Spinosa e Valerio Massimo Manfredi.».
Scrivere non è affatto facile, aggiunge, ma si può imparare a farlo bene soprattutto attraverso l’ esperienza pratica, non vi sono infatti tirocini, diplomi o qualifiche. Non significa solo rispettare le regole grammaticali, usare in modo appropriato i segni di punteggiatura e conoscere le tecniche di scrittura. Sono certamente tutte cose importanti, ma non è tutto: «Io non posso mostrare un certificato, non esistono specializzazioni per questo. Tutto quello che so viene dall’ esperienza, e tutto quello che ho scritto è stato una grande esperienza. Pertanto, io tendo a diffidare di chi si vanta di essere uno scrittore professionista solo perché ha un attestato, anche bello a vedersi, ricavato al termine di un corso di scrittura creativa. Il solo modo per migliorare la propria scrittura, qualunque siano i nostri scopi, è leggere, leggere e ancora leggere! Solo sfogliando i grandi maestri possiamo provare ad essere buoni scrittori. Come dice Stephen King, se non hai tempo per leggere, non ce l’ hai neppure per scrivere.».
Quindi la lettura costante, anche di giornali e riviste, è il veicolo privilegiato per migliorare il proprio scrivere, perché rende sensibili alle tematiche attuali e al linguaggio a cui la gente è probabilmente abituata. Quanto alla scrittura, Giacomo afferma da subito che come la lettura presenta inesauribili benefici, il più importante dei quali è la capacità di stimolare un pensiero chiaro e l’ abilità di argomentare: «Scrivendo con parole proprie, si assimila e si consolida la conoscenza appena acquisita. Si migliora il livello di attenzione, focalizzandola più lucidamente sui pensieri. Ci aiuta a comunicare bene, e come la lettura aiuta a eliminare lo stress poiché è un modo per sfogarsi. Peraltro, favorisce la produttività: scrivendo si attivano i neuroni e ci si prepara a superare tutte le sfide, imparando a comprendere sé stessi, guardando le proprie riflessioni dall’ esterno, quindi imparando a prendere le decisioni migliori.». Grazie alla scrittura, prosegue, si riescono a superare momenti difficili in modo più veloce, perché scrivendo in proposito aiuta a metabolizzare le sofferenze e il dolore voltando pagina più facilmente.

Ad un certo punto, il narratore solleva una questione che gli sta molto a cuore, ossia l’ importanza di salvaguardare la scrittura manuale: «Questa è l’ era dell’ informatica e degli apparecchi elettronici. Battere i testi al computer e comunicare tramite posta elettronica sono cose certamente utili e vantaggiose, io stesso lo faccio, ma sono assolutamente convinto che non si debba abbandonare la scrittura manuale per nessun motivo al mondo: piuttosto, occorre salvarla!». La società in cui viviamo, spiega, ci permette di velocizzare i tempi, grazie ad una forma di scrittura multimediale più veloce e immediata, soprattutto grazie a cellulari e computer. WhatsApp, Messenger e le conversazioni sulle reti sociali come Facebook, che rifiuta categoricamente di chiamare con i termini «chat» e «social networks» non volendo mischiare l’ italiano con l’ inglese, ci permettono di scrivere in maniera più immediata, semplice e diretta, rischiando però di farci disimparare le regole grammaticali e le basi stesse della lingua italiana. Se è vero che vivere nella società odierna permette di avere un linguaggio istantaneo, non possiamo correre il rischio di dimenticare l’ importanza della scrittura manuale: «La scrittura a mano va riscoperta e salvata dall’ estinzione, e non soltanto per motivi estetici, per quanto la calligrafia di una persona rimanga ovviamente più bella dei caratteri stampati tipici di una qualsivoglia tecnologia. Questo tipo di scrittura ci permette di memorizzare le cose più facilmente, rispetto a quelli che scrivono al computer: scrivere a mano ci aiuta a memorizzare più in fretta, in questo modo possiamo immagazzinare i dati più in fretta nella nostra memoria. Come spiega la professoressa Gabriella Bottini, docente di neuropsicologia all’ Università di Pavia, scrivere a mano può essere vantaggioso per l’ attenzione, la cognizione e la memoria. La stessa insegnante sottolinea che il computer e i cellulari hanno il correttore automatico, che non permette di riconoscere gli sbagli, rischiando di commetterli nuovamente senza neppure rendersene conto. La difesa della scrittura manuale quindi non diventa solo un sostegno a beneficio della tradizione, ma rappresenta un aiuto che facciamo a noi stessi.».

Rispetto allo scrivere al computer, insiste Giacomo, la scrittura manuale attiva aree del cervello che sono coinvolte nella comprensione del linguaggio e nella memoria. Inoltre, scrivendo si stimola il reticolare attivatore ascendentale che permette di selezionare i dati più importanti e stimola l’ attenzione. Gli scienziati, inoltre, concordano tutti nell’ affermare che rispetto alla testiera la scrittura manuale fa imparare meglio e di più, concentrandosi più facilmente e ricordando per più tempo. Scrivere con la penna aiuta a ricordare e coinvolge persino i muscoli della mano in un’ attività che richiede attenzione e precisione, come confermato dal professor Daniel Oppenheimer, docente di psicologia all’ Università della California: «Quando prendiamo appunti a mano durante una lezione, la lentezza dell’ atto ci obbliga a selezionare molto. E questo è fondamentale per fare propria la lezione.». Alla domanda su quanto tempo dedichi alla scrittura manuale, Giacomo non nasconde una punta di soddisfazione: «Preferisco sporcarmi le mani con l’ inchiostro, assolutamente! Scrivo sempre volentieri a mano tutto quello che posso, soprattutto le dediche sui libri e i biglietti di auguri o di accompagnamento di un dono, in occasione di qualche festa o di un compleanno. Per quanto riguarda i miei dati e appunti, ad un certo punto inevitabilmente arriva il momento della trascrizione sul computer. Scrivo molto, ma purtroppo per la mia maestra elementare sono rimasto zampe di gallina come quando avevo sei anni (risata)…».

Giacomo Ramella Pralungo ai funerali di Vittorio Emanuele, ultimo erede al trono d’ Italia

Il feretro di Vittorio Emanuele condotto in Duomo; In virtù di problemi tecnici dei giorni scorsi, e scusandoci per il ritardo, pubblichia...