domenica 16 ottobre 2022

La dieta di Giacomo per potenziare la mente


La giornata mondiale dell’ alimentazione è una ricorrenza che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 16 ottobre per ricordare l’ anniversario della data di fondazione dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’ alimentazione e l’ agricoltura, comunemente conosciuta come FAO, istituita in Canada, a Québec, il 16 ottobre 1945.

Abbiamo approfittato di questa celebrazione per incontrare Giacomo Ramella Pralungo, autore di narrativa fantascientifica e articoli storici, che rivela di aver regolato la propria dieta scegliendo alimenti che, come confermato dall’ analisi scientifica, potenziano le capacità mentali e preservano il cervello in buona salute favorendo la sua attività culturale e redazionale.

Pomodori e fagioli in insalata con peperoncino;

Giacomo Ramella Pralungo è a tavola, davanti ad un piatto di pasta condita con olio e peperoncino e un bicchiere di vino nero. Inizia la sua conversazione con i ricordi della sua infanzia: da bambino non era particolarmente capriccioso e sua madre era un’ ottima cuoca, eppure quando una cosa non gli piaceva era particolarmente lento nel mangiare. Spesso lei gli raccontava quindi della propria giovinezza, quando chi non finiva il proprio piatto o non si alzava finché non era vuoto oppure se lo ritrovava riscaldato al pasto successivo: «Da una corretta e regolare alimentazione deriva una buona salute sia fisica che mentale. Curiosamente ci preoccupiamo molto della salute fisica, ma non di quella mentale che al massimo ci limitiamo a nominare nelle conversazioni. Eppure ha un’ importanza imprescindibile, se ricordiamo il noto proverbio latino: ‘Mens sana in corpore sano’. Un buon modo per iniziare a curarla è proprio l’ alimentazione, poi viene l’ attività intellettiva vera e propria che deve essere il più costante possibile.».

Un uovo fritto;


Lo scrittore afferma di non essere mai stato molto famelico in vita sua, ma che per anni a tavola si è mosso più per golosità che per necessità fisica vera e propria: «A me basta mangiare pochissimo ogni giorno. A vent’ anni pesavo oltre novanta chili, sono sempre stato ghiotto di formaggio e roba dolce che incameravo ben più del dovuto, per semplice piacere. Ora, invece, ho l’ abitudine di mangiare solo per necessità e mi basta veramente lo stretto indispensabile per rimanere in piedi come si conviene. Mangio a colazione e pranzo, poi tra le 17:00 e le 18:00 prendo il tè con qualche biscotto o addirittura senza nulla mangiare. E tiro avanti tranquillamente fino al giorno dopo (risata)!». Spiega di aver recentemente scelto di nutrirsi costantemente di alimenti che potenziano le capacità mentali e preservano il cervello in buona salute: «Era lo scorso mese di dicembre, quando durante le mie ricerche per una serie di racconti di fantascienza che vorrei iniziare a scrivere tra non molto ho seguito la serie televisiva ‘Nero Wolfe’ del 2012, con l’ eccellente Francesco Pannofino, da cui ho ricavato qualche utile appunto. Tra gli infiniti riferimenti all’ arte culinaria, di cui il geniale e sovrappeso investigatore privato newyorkese creato da Rex Stout è un noto estimatore, mi è venuto spontaneo ragionare sugli effetti dell’ alimentazione sul fisico, e mi sono stupito a quanto poco si parli di quelli sul cervello. Io che mi ritrovo a fare un regolare utilizzo di quest’ organo fondamentale ho cominciato a domandarmi quali cibi in particolare lo beneficiassero, e ho pensato di adeguare conseguentemente il mio regime alimentare.».

Salmone scottato in padella;


Alla domanda su a quali cibi ricorra, risponde citando i pomodori, le uova, i fagioli, il pesce, il tè, le arance, il latte, il cioccolato, la cannella e il peperoncino. Sorseggia un po’ di vino: «In buona sostanza, parliamo di cibi molto comuni e che sono famosi soprattutto per gli effetti benefici sul fisico. Non ho pertanto dovuto apportare un drastico cambiamento, anzi. Ma dalla ricerca che ho condotto sono rimasto stupito sugli effetti poco conosciuti, ma molto potenti, che hanno sul cervello, il nostro organo più misterioso e straordinario, culla della mente e centro di controllo delle nostre funzioni fisiche.».

Tè al latte con cannella;


Terminata l’ ultima forchettata e finito di bere, ci elenca i benefici degli alimenti che ha deciso di adottare regolarmente: i pomodori prevengono i danni dai radicali liberi e proteggono i neuroni dalla demenza, soprattutto la malattia di Alzheimer; le uova ritardano l’ atrofia cerebrale e riducono i livelli nel sangue di omocisteina, che aumenta il rischio di ictus, deterioramento cognitivo e Alzheimer; i fagioli acuiscono la concentrazione e la memoria, grazie al ferro che apporta molto ossigeno a ogni parte del corpo, cervello compreso, e proteggono dalla demenza e favoriscono il rilassamento, allentano la tensione e regolare l’ equilibrio del sistema nervoso; il pesce, soprattutto salmone e trote, promuove una sana funzione cerebrale; il tè ha un effetto stimolante che aumenta la concentrazione ed è più tollerabile del caffè: quello verde in particolare contiene una serie di flavonoidi dall’ azione antiossidante che previene malattie cardiovascolari e neurodegenerative; le arance riducono ansia e stress e aumentano memoria e concentrazione; il latte fornisce sieroproteine che promuovono la formazione di glutatione, uno degli antiossidanti più potenti prodotti dall’ organismo, efficace contro lo stress ossidativo associato ad alcune malattie come Alzheimer o malattia di Parkinson; il cioccolato stimola la concentrazione per via della teobromina, ed è un ottimo regolatore dell’ umore, un antidepressivo naturale a tutti gli effetti; la cannella beneficia la memoria, l’ apprendimento e lo stato neuronale, porta a cambiamenti biochimici nel cervello agendo sulla sua plasticità, migliora le capacità dei neuroni di cambiare sia nella struttura che nelle funzioni, aumentando le connessioni cerebrali. Migliora la cognizione e ritarda l’ ossidazione del cervello nonché i difetti cognitivi, che può persino invertire; il peperoncino rallenta i processi degenerativi del cervello, incrementando le funzioni cognitive grazie alla presenza di vitamina E.

Arance;


Portando via il piatto e preparandosi a servire mele cotte, aggiunge tra il serio e l’ ironico: «Ho saputo di molta gente che, ispirandosi a certe guide spirituali e medium orientali piuttosto discussi e altri più convenzionali ma fraintesi, affascinata dall’ idea di affinare le capacità della mente ha fatto ricorso alle droghe nel desiderio di raggiungere uno stato di percezione e consapevolezza superiore, dandosi poi a stati di sacra trance indotta da chissà quale rimasticatura meditativa New Age ormai alla moda, con il risultato di ritrovarsi ricoverata in ospedale (risata)! Non sono rari i casi di stato vegetativo o addirittura di morte, purtroppo. Ma io che per anni ho studiato il Buddhismo stringendo legami di amicizia con un lama di scuola tibetana che ha il proprio gompa a Graglia e una maestra e un monaco laico di scuola Sōtō-shū, i cui dojo si trovano rispettivamente a Torino e Vercelli, posso riferire in tutta tranquillità che la meditazione non serve a raggiungere l’ estasi mistica, e che lo stesso Buddha Śākyamuni disse chiaramente che la ricerca di poteri miracolosi era qualcosa di assolutamente superfluo.». La meditazione ha a sua volta effetti molto benefici sul cervello, migliora infatti l’ apprendimento, la memoria e la consapevolezza di sé, e praticarla a lungo termine aumenta la densità della materia grigia nelle aree del cervello associate all’ apprendimento, la memoria, la consapevolezza di sé, la compassione e l’ introspezione: «Io pratico la forma Vipaśyanā, che secondo la tradizione fu praticata personalmente da Siddhattha Gotama per illuminarsi, e quella Zazen, tra loro molto affini. La mia mente e il mio spirito ne ricavano un beneficio più che evidente, ma questo è un altro discorso. Il fatto è che potenziare la mente è possibile senza alcun bisogno di drogarsi o finire nel pantano di ciarlatani che anziché essere tanto lodati andrebbero mandati in gattabuia a suon di pedate: è sufficiente tenerla in esercizio leggendo, scrivendo, analizzando logicamente tutto ciò che recepiamo e ovviamente mangiando bene (risata)!». Una buona dieta ed esercizi spirituali sono una combinazione formidabile, sostiene con convinzione.

Latte;


Alla domanda sull’ importanza che ha nella nostra vita, Giacomo afferma che il cibo è rilevante non solo a livello fisico, ma anche culturale: «E’ un argomento antico, ma sempre attuale. La quantità e la qualità del cibo che ingeriamo influisce sia sulla nostra salute fisica che sul nostro benessere mentale e spirituale. Mangiare bene aiuta a prevenire e trattare molte malattie croniche come l’ obesità e il sovrappeso, l’ ipertensione arteriosa, le malattie dell’ apparato cardiocircolatorio, le malattie metaboliche, il diabete e persino alcune forme di tumori. Inoltre influenza i nostri pensieri e sentimenti, aiutandoci a preservare un saldo equilibrio psichico da cui deriva una condotta retta.». Tale concetto è da migliaia di anni sostenuto dalle dottrine yogiche, e di recente è stato confermato dalla scienza.

Cioccolato;


Mangiare non è mai un atto banale, perché offrire del cibo e cucinarlo per gli altri significa conoscenza e rispetto. Spesso e volentieri è preparato secondo tradizioni millenarie. Il cibo è, per gran parte delle civiltà umane e le relative religioni, un valore oltre che una sostanza o un prodotto: «Ieri come oggi, le persone riconoscono nel mangiare e nel bere azioni cariche di significato: il cibo viene inteso come un dono del divino o della natura, il che dovrebbe richiamare tutti alla consapevolezza del nutrirsi, a non dare per scontata la sua disponibilità e a non ridurre i pasti a una successione di gesti automatici.». Nella Bibbia, prosegue facendo un esempio, si dispone la cottura dell’ agnello secondo istruzioni ben precise. Quando alla sua tenda arrivarono tre misteriosi visitatori, Abramo fece subito preparare tante focacce con fior di farina ignorando di trovarsi in presenza di Dio e due angeli. E doveva essere davvero straordinario il piatto di lenticchie cotte da Giacobbe, se Esaù rinunciò alla primogenitura pur di farselo servire. Mosè offriva pasti abbondanti ai visitatori che si presentavano alla sua tenda, e la manna nel deserto, in realtà un’ escrescenza resinosa delle tamerici che oggi viene venduta ai turisti in Giordania e Israele in scatoline da dolciumi, cadeva ininterrottamente, ma ogni giorno se ne poteva raccogliere solo quanto bastava per nutrirsi, sia pure con abbondanza: chi la voleva accumulare l’ avrebbe vista marcire e divenire buona per i vermi. Re Davide portava grandi provviste ai suoi miliziani perennemente in guerra, mentre Gesù sapeva fare il pane, avendo visto costantemente la madre Maria preparare l’ impasto insieme alle altre donne del villaggio galileo di Nazareth. Sapeva peraltro arrostire i pesci alla brace, e non di rado cucinava per i suoi discepoli: «Nella Bibbia, il cibo non è mai scarso: è nutrimento per un popolo ma con l’ avvertenza che mai dovrà andare sprecato.». Anche nel Buddhismo il cibo ha la sua importanza: «Il Buddha Śākyamuni viene spesso e volentieri figurato con una ciotola nella mano sinistra, come segno di un’ alimentazione moderata ed essenziale e della sua condizione di asceta mendicante, in virtù della quale ogni giorno compiva il rito della questua nei villaggi ove si spostava per trasmettere il suo insegnamento: non era un semplice modo per ottenere del cibo, ma un atteggiamento verso la vita in pieno rispetto dei valori dell’ Ottuplice Sentiero, secondo cui ci si deve procurare da vivere con corretti mezzi di sussistenza.». I lama tibetani, oggi, aggiungono che un buon modo per fare pratica spirituale attraverso il cibo è ricordarsi del contributo dato dagli altri nella sua produzione e distribuzione, prima di arrivare alla nostra tavola, e prendere atto che cibandoci nutriamo anche i miliardi di microorganismi che vivono in noi: «Diversamente da ciò che pensiamo, anche il consumo di carne può essere una parte molto importante dell’ attività spirituale: la carne che mangiamo non dovrebbe provenire da un animale ucciso da noi, perché il Risvegliato invitava a non uccidere, e sarebbe bene dividerla con il maggior numero possibile di persone in quanto questo animale ha dato la sua vita per gli altri. Eh sì, il cibo rappresenta qualcosa di molto importante da qualunque prospettiva lo si consideri!».

Giacomo Ramella Pralungo ai funerali di Vittorio Emanuele, ultimo erede al trono d’ Italia

Il feretro di Vittorio Emanuele condotto in Duomo; In virtù di problemi tecnici dei giorni scorsi, e scusandoci per il ritardo, pubblichia...