La
giornata mondiale dell’ alimentazione è una ricorrenza che si celebra ogni anno
in tutto il mondo il 16 ottobre per ricordare l’ anniversario della data di
fondazione dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’ alimentazione e l’ agricoltura,
comunemente conosciuta come FAO, istituita in Canada, a Québec, il 16 ottobre
1945.
Abbiamo approfittato di questa celebrazione per incontrare Giacomo Ramella Pralungo, autore di narrativa fantascientifica e articoli storici, che rivela di aver regolato la propria dieta scegliendo alimenti che, come confermato dall’ analisi scientifica, potenziano le capacità mentali e preservano il cervello in buona salute favorendo la sua attività culturale e redazionale.
Pomodori e fagioli in insalata con peperoncino; |
Giacomo
Ramella Pralungo è a tavola, davanti ad un piatto di pasta condita con olio e
peperoncino e un bicchiere di vino nero. Inizia la sua conversazione con i
ricordi della sua infanzia: da bambino non era particolarmente capriccioso e
sua madre era un’ ottima cuoca, eppure quando una cosa non gli piaceva era
particolarmente lento nel mangiare. Spesso lei gli raccontava quindi della
propria giovinezza, quando chi non finiva il proprio piatto o non si alzava finché
non era vuoto oppure se lo ritrovava riscaldato al pasto successivo: «Da una
corretta e regolare alimentazione deriva una buona salute sia fisica che
mentale. Curiosamente ci preoccupiamo molto della salute fisica, ma non di
quella mentale che al massimo ci limitiamo a nominare nelle conversazioni. Eppure
ha un’ importanza imprescindibile, se ricordiamo il noto proverbio latino: ‘Mens
sana in corpore sano’. Un buon modo per iniziare a curarla è proprio l’
alimentazione, poi viene l’ attività intellettiva vera e propria che deve
essere il più costante possibile.».
Un uovo fritto; |
Lo
scrittore afferma di non essere mai stato molto famelico in vita sua, ma che
per anni a tavola si è mosso più per golosità che per necessità fisica vera e
propria: «A me basta mangiare pochissimo ogni giorno. A vent’ anni pesavo oltre
novanta chili, sono sempre stato ghiotto di formaggio e roba dolce che
incameravo ben più del dovuto, per semplice piacere. Ora, invece, ho l’
abitudine di mangiare solo per necessità e mi basta veramente lo stretto
indispensabile per rimanere in piedi come si conviene. Mangio a colazione e
pranzo, poi tra le 17:00 e le 18:00 prendo il tè con qualche biscotto o
addirittura senza nulla mangiare. E tiro avanti tranquillamente fino al giorno
dopo (risata)!». Spiega di aver
recentemente scelto di nutrirsi costantemente di alimenti che potenziano le
capacità mentali e preservano il cervello in buona salute: «Era lo scorso mese
di dicembre, quando durante le mie ricerche per una serie di racconti di
fantascienza che vorrei iniziare a scrivere tra non molto ho seguito la serie
televisiva ‘Nero Wolfe’ del 2012, con l’ eccellente Francesco Pannofino, da cui
ho ricavato qualche utile appunto. Tra gli infiniti riferimenti all’ arte
culinaria, di cui il geniale e sovrappeso investigatore privato newyorkese
creato da Rex Stout è un noto estimatore, mi è venuto spontaneo ragionare sugli
effetti dell’ alimentazione sul fisico, e mi sono stupito a quanto poco si
parli di quelli sul cervello. Io che mi ritrovo a fare un regolare utilizzo di
quest’ organo fondamentale ho cominciato a domandarmi quali cibi in particolare
lo beneficiassero, e ho pensato di adeguare conseguentemente il mio regime
alimentare.».
Salmone scottato in padella; |
Alla
domanda su a quali cibi ricorra, risponde citando i pomodori, le uova, i
fagioli, il pesce, il tè, le arance, il latte, il cioccolato, la cannella e il
peperoncino. Sorseggia un po’ di vino: «In buona sostanza, parliamo di cibi
molto comuni e che sono famosi soprattutto per gli effetti benefici sul fisico.
Non ho pertanto dovuto apportare un drastico cambiamento, anzi. Ma dalla
ricerca che ho condotto sono rimasto stupito sugli effetti poco conosciuti, ma
molto potenti, che hanno sul cervello, il nostro organo più misterioso e
straordinario, culla della mente e centro di controllo delle nostre funzioni
fisiche.».
Tè al latte con cannella; |
Terminata
l’ ultima forchettata e finito di bere, ci elenca i benefici degli alimenti che
ha deciso di adottare regolarmente: i pomodori prevengono i danni dai radicali
liberi e proteggono i neuroni dalla demenza, soprattutto la malattia di
Alzheimer; le uova ritardano l’ atrofia cerebrale e riducono i livelli nel
sangue di omocisteina, che aumenta il rischio di ictus, deterioramento
cognitivo e Alzheimer; i fagioli acuiscono la concentrazione e la memoria,
grazie al ferro che apporta molto ossigeno a ogni parte del corpo, cervello
compreso, e proteggono dalla demenza e favoriscono il rilassamento, allentano
la tensione e regolare l’ equilibrio del sistema nervoso; il pesce, soprattutto
salmone e trote, promuove una sana funzione cerebrale; il tè ha un effetto stimolante
che aumenta la concentrazione ed è più tollerabile del caffè: quello verde in
particolare contiene una serie di flavonoidi dall’ azione antiossidante che
previene malattie cardiovascolari e neurodegenerative; le arance riducono ansia
e stress e aumentano memoria e concentrazione; il latte fornisce sieroproteine
che promuovono la formazione di glutatione, uno degli antiossidanti più potenti
prodotti dall’ organismo, efficace contro lo stress ossidativo associato ad
alcune malattie come Alzheimer o malattia di Parkinson; il cioccolato stimola
la concentrazione per via della teobromina, ed è un ottimo regolatore dell’
umore, un antidepressivo naturale a tutti gli effetti; la cannella beneficia la
memoria, l’ apprendimento e lo stato neuronale, porta a cambiamenti biochimici
nel cervello agendo sulla sua plasticità, migliora le capacità dei neuroni di
cambiare sia nella struttura che nelle funzioni, aumentando le connessioni
cerebrali. Migliora la cognizione e ritarda l’ ossidazione del cervello nonché
i difetti cognitivi, che può persino invertire; il peperoncino rallenta i
processi degenerativi del cervello, incrementando le funzioni cognitive grazie
alla presenza di vitamina E.
Arance; |
Portando
via il piatto e preparandosi a servire mele cotte, aggiunge tra il serio e l’
ironico: «Ho saputo di molta gente che, ispirandosi a certe guide spirituali e
medium orientali piuttosto discussi e altri più convenzionali ma fraintesi,
affascinata dall’ idea di affinare le capacità della mente ha fatto ricorso
alle droghe nel desiderio di raggiungere uno stato di percezione e
consapevolezza superiore, dandosi poi a stati di sacra trance indotta da chissà
quale rimasticatura meditativa New Age ormai alla moda, con il risultato di
ritrovarsi ricoverata in ospedale (risata)!
Non sono rari i casi di stato vegetativo o addirittura di morte, purtroppo. Ma
io che per anni ho studiato il Buddhismo stringendo legami di amicizia con un lama
di scuola tibetana che ha il proprio gompa a Graglia e una maestra e un monaco
laico di scuola Sōtō-shū, i cui dojo si trovano rispettivamente a Torino e
Vercelli, posso riferire in tutta tranquillità che la meditazione non serve a
raggiungere l’ estasi mistica, e che lo stesso Buddha Śākyamuni disse
chiaramente che la ricerca di poteri miracolosi era qualcosa di assolutamente
superfluo.». La meditazione ha a sua volta effetti molto benefici sul cervello,
migliora infatti l’ apprendimento, la memoria e la consapevolezza di sé, e
praticarla a lungo termine aumenta la densità della materia grigia nelle aree
del cervello associate all’ apprendimento, la memoria, la consapevolezza di sé,
la compassione e l’ introspezione: «Io pratico la forma Vipaśyanā, che secondo
la tradizione fu praticata personalmente da Siddhattha Gotama per illuminarsi,
e quella Zazen, tra loro molto affini. La mia mente e il mio spirito ne
ricavano un beneficio più che evidente, ma questo è un altro discorso. Il fatto
è che potenziare la mente è possibile senza alcun bisogno di drogarsi o finire
nel pantano di ciarlatani che anziché essere tanto lodati andrebbero mandati in
gattabuia a suon di pedate: è sufficiente tenerla in esercizio leggendo,
scrivendo, analizzando logicamente tutto ciò che recepiamo e ovviamente
mangiando bene (risata)!». Una buona
dieta ed esercizi spirituali sono una combinazione formidabile, sostiene con
convinzione.
Latte; |
Alla
domanda sull’ importanza che ha nella nostra vita, Giacomo afferma che il cibo
è rilevante non solo a livello fisico, ma anche culturale: «E’ un argomento
antico, ma sempre attuale. La quantità e la qualità del cibo che ingeriamo
influisce sia sulla nostra salute fisica che sul nostro benessere mentale e
spirituale. Mangiare bene aiuta a prevenire e trattare molte malattie croniche
come l’ obesità e il sovrappeso, l’ ipertensione arteriosa, le malattie dell’ apparato
cardiocircolatorio, le malattie metaboliche, il diabete e persino alcune forme
di tumori. Inoltre influenza i nostri pensieri e sentimenti, aiutandoci a
preservare un saldo equilibrio psichico da cui deriva una condotta retta.».
Tale concetto è da migliaia di anni sostenuto dalle dottrine yogiche, e di
recente è stato confermato dalla scienza.
Cioccolato; |
Mangiare
non è mai un atto banale, perché offrire del cibo e cucinarlo per gli altri
significa conoscenza e rispetto. Spesso e volentieri è preparato secondo
tradizioni millenarie. Il cibo è, per gran parte delle civiltà umane e le
relative religioni, un valore oltre che una sostanza o un prodotto: «Ieri come
oggi, le persone riconoscono nel mangiare e nel bere azioni cariche di
significato: il cibo viene inteso come un dono del divino o della natura, il
che dovrebbe richiamare tutti alla consapevolezza del nutrirsi, a non dare per
scontata la sua disponibilità e a non ridurre i pasti a una successione di
gesti automatici.». Nella Bibbia, prosegue facendo un esempio, si dispone la
cottura dell’ agnello secondo istruzioni ben precise. Quando alla sua tenda arrivarono
tre misteriosi visitatori, Abramo fece subito preparare tante focacce con fior
di farina ignorando di trovarsi in presenza di Dio e due angeli. E doveva
essere davvero straordinario il piatto di lenticchie cotte da Giacobbe, se Esaù
rinunciò alla primogenitura pur di farselo servire. Mosè offriva pasti
abbondanti ai visitatori che si presentavano alla sua tenda, e la manna nel
deserto, in realtà un’ escrescenza resinosa delle tamerici che oggi viene
venduta ai turisti in Giordania e Israele in scatoline da dolciumi, cadeva
ininterrottamente, ma ogni giorno se ne poteva raccogliere solo quanto bastava
per nutrirsi, sia pure con abbondanza: chi la voleva accumulare l’ avrebbe
vista marcire e divenire buona per i vermi. Re Davide portava grandi provviste
ai suoi miliziani perennemente in guerra, mentre Gesù sapeva fare il pane, avendo
visto costantemente la madre Maria preparare l’ impasto insieme alle altre
donne del villaggio galileo di Nazareth. Sapeva peraltro arrostire i pesci alla
brace, e non di rado cucinava per i suoi discepoli: «Nella Bibbia, il cibo non
è mai scarso: è nutrimento per un popolo ma con l’ avvertenza che mai dovrà
andare sprecato.». Anche nel Buddhismo il cibo ha la sua importanza: «Il Buddha
Śākyamuni viene spesso e volentieri figurato con una ciotola nella mano
sinistra, come segno di un’ alimentazione moderata ed essenziale e della sua
condizione di asceta mendicante, in virtù della quale ogni giorno compiva il
rito della questua nei villaggi ove si spostava per trasmettere il suo
insegnamento: non era un semplice modo per ottenere del cibo, ma un
atteggiamento verso la vita in pieno rispetto dei valori dell’ Ottuplice
Sentiero, secondo cui ci si deve procurare da vivere con corretti mezzi di
sussistenza.». I lama tibetani, oggi, aggiungono che un buon modo per fare
pratica spirituale attraverso il cibo è ricordarsi del contributo dato dagli
altri nella sua produzione e distribuzione, prima di arrivare alla nostra
tavola, e prendere atto che cibandoci nutriamo anche i miliardi di microorganismi
che vivono in noi: «Diversamente da ciò che pensiamo, anche il consumo di carne
può essere una parte molto importante dell’ attività spirituale: la carne che
mangiamo non dovrebbe provenire da un animale ucciso da noi, perché il Risvegliato
invitava a non uccidere, e sarebbe bene dividerla con il maggior numero
possibile di persone in quanto questo animale ha dato la sua vita per gli altri.
Eh sì, il cibo rappresenta qualcosa di molto importante da qualunque prospettiva
lo si consideri!».
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