Giacomo Ramella
Pralungo, autore di narrativa fantascientifica e di articoli storici, culturali
e scientifici, è da sempre affascinato dalla storia del mondo e del genere
umano, con una predilezione per l’ evo antico e i numerosi misteri circa le
origini e lo sviluppo dei più remoti popoli della Terra. Una passione che lo ha
portato ad avvicinarsi all’ archeologia misteriosa, e che ha ispirato le sue
opere di narrativa.
Lei è da sempre un
grande appassionato di storia e archeologia, interessanti discipline che ha unito
alla sua disposizione per la narrativa.
«Verissimo,
la storia mi appassiona fin da quando ero in terza elementare. Ricordo molto
bene le lezioni di paleontologia tenute dalla mia maestra di storia e geografia,
l’ indimenticata signora Cinzia Bossi, che ci descrisse la teoria del Big Bang
e, in seguito, la graduale evoluzione della vita sulla Terra, per poi passare
alla Preistoria e ai primi popoli come Sumeri ed Egizi. Quando ci parlò delle
piramidi egizie, in particolare, rimasi davvero colpito da questa grande
realizzazione di architettura e ingegneria che tuttora sfida con forza scienza
e tempo. La fantascienza, poi, è un genere letterario che scoprì circa un anno
dopo, leggendo un racconto sull’ antologia di lettere, non trattato durante le
lezioni, che narrava di un bambino tenuto in stasi per lungo tempo in una sorta
di camera di metallo e vetro simile ad un letto e che si risvegliava in una
città del futuro, in cui vide che molte cose erano cambiate dai suoi tempi benché
le dinamiche fondamentali della vita quotidiana e della mentalità delle persone
fossero rimaste più o meno le stesse: questo mi fece pensare molto al concetto
di modernità e continuità con il passato. Crescendo, quando iniziai a scrivere
intorno ai dodici anni, unì spontaneamente tra loro storia e fantascienza: non
solo perché ero personalmente animato da queste due grandi passioni, ma anche
perché la fantascienza di per sé è il genere ideale con cui esplorare tematiche
scientifiche e di riflessione su tutto ciò che riguarda l’ umanità e le sue
infinite possibilità, da concetti sociali a quelli culturali, senza tralasciare
quelli psicologici e persino religiosi. Più in generale, la letteratura è un
riflesso della storia e quindi della società.».
L’ archeologia
misteriosa è un’ altra disciplina che molto la coinvolge.
La Sfinge e la piramide di Chefren, a Giza; |
«La
scoprì a quattordici anni, leggendo ‘Ufo e alieni - Entra nel mondo del mistero’,
un libro di Colin Wilson, un noto autore britannico. L’ archeologia misteriosa
prende in considerazione teorie particolari, spesso non suffragate da prove e
di conseguenza non accettate dalla comunità scientifica convenzionale, come l’
esistenza di antiche civiltà scomparse sviluppatesi in continenti perduti come
Atlantide o Mu, contatti diretti tra popoli stanziati in luoghi opposti del
mondo, come Egizi e Maya, o un contatto tra popoli extraterrestri e le antiche
civiltà umane, influenzandole e spesso venendo adorati come divinità perché in
possesso di conoscenze scientifiche e tecnologiche di cui i nostri antenati
erano ancora all’ oscuro. La maggioranza degli scienziati rigetta le teorie sostenute
dall’ archeologia misteriosa, classificandole come fantasiose dissertazioni,
prive di qualsiasi fondamento scientifico e architettate per vendere libri in
proposito piuttosto che per confermare ipotesi, mentre gli studiosi di
archeologia del mistero affermano che conservando la massima apertura mentale
si può evitare di escludere a priori determinate ipotesi che in seguito ad indagini
approfondite possono risultare fondate, e che spesso la dottrina tradizionale
fa fatica ad accettare nuove teorie che mal si inseriscono nel sistema di
conoscenze acquisite, soprattutto se le nuove ipotesi comportano una ridefinizione
di concetti tradizionali. Io sono sempre stato interessato a ogni possibile
spiegazione di un qualsivoglia mistero, e da anni ripeto che tutto è possibile
fino a prova contraria benché al tempo stesso sia necessario dimostrare una
qualunque ipotesi con indizi e prove ragionevoli.».
Che cosa pensa sulle
origini più antiche del mondo e del genere umano?
Rappresentazione artistica di antiche e misteriose rovine; |
«E’
un dato di fatto che più il passato è lontano e più il ricordo si fa vago e
indefinito. Succede anche a noi, nella nostra vita: rammentiamo più facilmente
gli eventi vissuti cinque o dieci anni fa, mentre i nostri primi ricordi d’
infanzia si fanno molto più essenziali e imprecisi. Il pianeta Terra ha un’ età
pari a circa quattro miliardi e mezzo di anni, mentre gli ominidi da cui
discendiamo apparvero tra i sette e i cinque milioni di anni fa, parliamo
quindi di un periodo di tempo molto lungo, che la nostra mente a malapena
comprende con un certo sforzo e di cui quindi sappiamo poco o niente. La stessa
storia antica presenta vari misteri perché disponiamo di poche fonti, molte
testimonianze sono andate perdute un po’ per lo scorrere del tempo e un po’ per
i disastri ambientali, le guerre e le censure umane. E la religione per lungo
tempo ha imposto la propria versione della storia, scoraggiando la ricerca perché
vista come una maledizione e un’ eresia che avrebbe allontanato dall’ entità
divina di riferimento. Io penso che ci manchino molte conoscenze di base, che
il passato sia in larga parte da scoprire ancora oggi e che sia più complesso,
ampio e sfaccettato di quanto crediamo e di come lo studiamo a scuola. Io dico
sempre che sono molte le conoscenze fin qui acquisite che dovrebbero essere
riviste e studiate con la massima attenzione e un atteggiamento equanime,
libero da preconcetti.».
Per esempio?
«L’
evoluzione stessa della vita sulla Terra poggia su elementi che solo in parte
sono stati spiegati. L’ influenza ambientale è solamente uno dei tanti fattori
che la determina. E l’ evoluzione umana in particolare è per ovvie ragioni il
mistero su cui la ricerca si è concentrata con maggiore attenzione. Tra l’
estinzione dei dinosauri, sessantacinque milioni di anni fa, e l’ apparizione
degli ominidi è trascorso un periodo sufficientemente lungo per consentire l’
evoluzione di almeno una civiltà preumana, ipotesi che per il momento è
reputata inverosimile. Gli Egizi e i Sumeri realizzarono piramidi e ziqqurat,
opere dinnanzi alle quali noi tuttora impallidiamo pur avendo una scienza
architettonica e ingegneristica superiore, e avevano conoscenze astronomiche
davvero notevoli in un’ epoca in cui i telescopi e tecnologie simili non
esistevano. Peraltro, i Dogon, una piccola etnia del Mali che conta circa duecentoquarantamila
individui, negli Anni Trenta destarono a loro volta stupore in Occidente per le
loro impressionanti conoscenze astronomiche, sulle cui origini sono sorte animate
discussioni. Lo yoga, i cui benefici psicofisici oggi sono una realtà
comprovata in sede scientifica, ha origini che affondano nella leggenda. Molti
popoli, dall’ Europa al sudest asiatico, parlano di continenti e civiltà
perdute, e quasi tutte le civiltà antiche avevano la propria versione del
Diluvio universale, scatenato da una o più divinità. Esistono poi antiche
raffigurazioni rupestri e oggetti in svariati luoghi del mondo che, secondo gli
ufologi moderni, sarebbero indizi relativi ad antichi visitatori alieni giunti
sulla Terra…».
Nell’ ottobre 2022
lei ha dedicato il suo sito, «Due passi nel mistero», a questo genere di
argomentazione.
«Oh
sì. L’ ho voluto proprio per esplorare queste tematiche, che se affrontate con
ragionevolezza possono portare a considerazioni davvero molto interessanti. Negli
articoli pubblicati finora ho parlato della possibilità dell’ esistenza di
almeno una civiltà preumana, della teoria secondo cui antichi visitatori alieni
entrarono in contatto con i primi popoli terrestri, dell’ ipotesi di civiltà
perdute e del mistero dei giganti, esseri umani dalle dimensioni notevoli, prevalentemente
guerrieri e costruttori, descritti in numerose mitologie come uomini speciali o
precursori del genere umano creati dagli dei oppure figli di angeli e donne
mortali. In questi testi valuto tanto gli indizi a supporto di queste tesi
quanto le opinioni contrarie, in modo tale da realizzare un’ argomentazione
analitica e opportunamente ragionata.».
Oggi, 1 giugno, è
la Giornata Mondiale del Genitore, celebrazione internazionale istituita nel
2012 dall’ Assemblea delle Nazioni Unite per sottolineare l’ importanza della
figura genitoriale nella vita dei bambini di tutto il pianeta.
«Porgo
i miei auguri a tutti i genitori, e colgo l’ occasione per omaggiare i miei.
Devo molto di ciò che sono diventato e buona parte dei miei interessi a mio
padre e mia madre, entrambi persone straordinarie, fuori dal comune, che hanno
sostenuto e condiviso l’ importanza della cultura e delle buone maniere, insegnandomi
peraltro il valore della consapevolezza e dell’ equanimità, oltre che un
atteggiamento libero dagli schemi e dai dogmi preconcetti.».
La ringraziamo molto.
«Grazie
infinite a voi, è sempre un vero piacere per me.».
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