Giacomo Ramella Pralungo |
Giacomo Ramella
Pralungo è uno scrittore di fantascienza, e un articolista dedito a pezzi sulla
storia di Biella, di cui è originario, sulla testata «Il Biellese». Ama definirsi
«inventore di storie».
Ricambia il saluto
con grande cordialità e un pronto sorriso, appare in gran forma e siede parlando
con scioltezza e amabilità. Il suo umore è eccellente, tipico di un uomo
sereno, in pace.
Che significato ha
per lei la scrittura?
«Fin
da ragazzino, scrivere mi è sempre piaciuto molto. La parola scritta ha sempre
avuto molta importanza per me, e negli anni ho compreso che i testi scritti
hanno un enorme potere, tanto da influire sul pensiero della gente e permettere
alle informazioni di essere ricordate per un periodo di tempo molto lungo.
Pensiamo ad esempio ai geroglifici egizi, alle tavolette mesopotamiche e ai
codici medievali, senza tralasciare i Veda, i Sūtra buddhisti, la Bibbia e il
Corano: la nostra conoscenza della storia dipende in larga parte dalle fonti
scritte, e il pensiero dei grandi saggi del passato è giunto sino a noi proprio
grazie ad esse.».
E la fantascienza?
«La
fantascienza è un genere letterario e cinematografico che mi ha sempre
affascinato moltissimo. Oggi non riesco proprio a immaginarmi senza (risata)! Ricordo quando da piccolo
vedevo film ambientati su mondi lontanissimi, o in cui apparivano alieni molto
diversi da noi che venivano sul nostro pianeta, con le intenzioni più diverse.
Mia madre stessa mi raccontò più volte di aver letto grandi autori come Giulio
Verne, e di aver visto al cinema i primi film del genere: quello che si vedeva
veniva quasi sempre ritenuto pura fantasia, come il viaggio degli uomini sulla
luna. Poi, nel 1969, le cose cambiarono: l’ uomo vi andò trionfalmente, e in
seguito apparvero nel mondo computer dal potere sempre maggiore, per non
parlare dei primi prototipi di robot e di intelligenza artificiale.».
Insomma, secondo
lei si tratta di un genere basato sull’ anticipazione…
«Esatto,
un genere basato proprio sull’ anticipazione. Il fascino che la
fantascienza ha su di me si fonda proprio su questo principio. In appena vent’
anni abbiamo sviluppato un sacco di tecnologie che un tempo sarebbero state
bollate come fantasiose, ma che oggi sono di uso quotidiano. O
fantascientifiche, tanto per usare un termine appropriato…(risata)».
Quali libri ha scritto?
«Ne
ho firmati quattro: ‘Cuore di droide’, ‘Per i sentieri del tempo’, ‘L’ angelo
custode’ e ‘Al confine della realtà’. Sono reperibili su www.lulu.com.
Sono
tutti romanzi di fantascienza, nei quali parlo di determinati concetti molto
importanti per me. In ‘Cuore di droide’, ad esempio, affronto il tema del
significato più autentico della natura umana e della tecnologia, che genera
conseguenze positive fintanto che la controlliamo come strumento nelle nostre
mani e non la usiamo per fini distruttivi. In ‘Per i sentieri del tempo’,
invece, affronto il tema della follia degli armamenti atomici, dell’ importanza
di aver cura dell’ ambiente in cui viviamo e l’ oscurità delle società segrete.
In ‘L’ angelo custode’ affronto il tema della morte e del contatto che rimane
tra noi e le persone care che superano questo poco lieto passaggio della vita,
mentre in ‘Al confine della realtà’ espongo le spregevoli macchinazioni della
politica e le profonde ingiustizie tipiche di un regime feudale e teocratico.».
Quindi, per lei
scrivere è anche comunicare.
«Certamente.
Non intendo solo raccontare storie, ma basare tali vicende su idee e concetti
particolari sulle quali mi piace ragionare e trarre considerazioni basate sull’ esperienza. Credo che
il bello della narrativa sia proprio questo. Inoltre presto molta attenzione
alla cura dei testi, evitando rigorosamente di trattare sconcezze e di
ricorrere a un linguaggio volgare. La magnifica Sandra Mondaini, un giorno,
disse qualcosa di simile a proposito dell’ esperienza professionale sua, di suo
marito Raimondo Vianello ed altri eminenti artisti televisivi: ‘Siamo di quella
generazione in cui l’ attore sapeva di entrare nelle case senza suonare il
campanello, e quindi ci entrava con la cravatta e con garbo.’. Parole
bellissime che mi hanno ricordato il grande valore dell’ educazione e dell’
importanza della sostanza.».
Lei si interessa
anche di storia, e ha trovato il modo di collimarla con la narrativa.
«La
storia è una delle mie passioni più grandi, e ho notato che la letteratura e la
narrativa ne sono il riflesso. Molti dei concetti che inserisco nei miei
racconti provengono dai miei studi in campo storico, particolare materia che ci
aiuta a comprendere meglio il tempo in cui viviamo oggi.».
Lei sostiene di
rifarsi ad alcuni grandi autori del passato.
«Assolutamente sì,
giganti quali Herbert George Wells, Frank Herbert, Michael Crichton, Antonio
Spinosa e Valerio Massimo Manfredi, il cui genio mi ha profondamente ispirato. Ad eccezione di Spinosa, autore di pregevoli saggi storici, ognuno di
questi scrittori pubblicò grandi classici di fantascienza da cui vennero tratti
grandi film come ‘La macchina del tempo’, ‘La guerra dei mondi’, ‘Dune’ e
‘Jurassic Park’.».
Che cosa può dirci
del suo interesse per la spiritualità?
«La
spiritualità mi affascina molto, ben più della religione. Sembra strano a
dirsi, ma tra queste due istanze c’ è una bella differenza: la religione è un
insieme di credenze, riti e preghiere, mentre la spiritualità è la cura dello
spirito. Religione e spiritualità non coincidono sempre, e tutti abbiamo uno
spirito che curiamo ciascuno a modo proprio. Per me, ad esempio, passeggiare
nei boschi, andare in montagna e stare con i miei cani e gli amici è
spiritualità ad altissimo livello.
A
vent’ anni abbandonai il Cristianesimo di scuola cattolica, la religione a cui
appartenevo, e a ventidue aderì al più antico Buddhismo, particolare filosofia di
cui scoprì la meditazione, esercizio in parte di rilassamento e in parte di
comprensione profonda della realtà: medito ogni giorno da molti anni, e anche
questo è per me una degna forma di spiritualità.».
Lei si interessa
di politica?
«Dipende
da quello che si intende con il termine. La politica mi affascina molto se
viene intesa come arte del buon governo, in accordo al significato originario
della parola, di provenienza greca, ma se ci si riferisce alla lotta tra i
partiti o all’ adesione a un’ ideologia temo proprio che perda tutto quanto il suo
ascendente su di me. Io non aderisco ad alcun partito o principio ideologico.».
Qual è il suo
personaggio storico preferito?
«Il
Mahatma Gandhi e Lawrence d’ Arabia, due personalità tra loro infinitamente
diverse, accomunate da un grande attaccamento a un sogno, a un principio a cui dedicarono
sé stessi senza mai risparmiarsi.».
Chi ammira di più
nel mondo contemporaneo?
«Mi
piace molto il XIV Dalai Lama. Non parlo affatto da buddhista, ma come persona:
la massima guida spirituale e politica del Tibet ha più volte dimostrato di
essere un valido ponte tra l’ antica tradizione orientale e la modernità
occidentale. Peraltro, benché negli Anni Cinquanta la Cina abbia invaso il suo
Paese, ha sempre tentato di risolvere il problema con la diplomazia, senza mai
scagliarsi contro i ‘perfidi cinesi’, meritandosi addirittura il Premio Nobel per la Pace
nel 1989.».
E ora passiamo a
una domanda più personale: come vive la sua condizione di italiano all’ estero?
«Come
tutti gli espatriati sento molto la mancanza del mio Paese natio, e ogni volta
che vi torno trovo un valore aggiunto che altrove non scorgo mai. Ma alcuni anni fa
sentì una persona dire che noi espatriati mostriamo meglio di tutti al resto
del mondo il valore e la sostanza della nostra nazione, che siamo ‘i veri ambasciatori
del nostro Paese oltre i suoi confini’, e che si tratta senz’ altro di una
bella responsabilità!».
Grazie per il tempo concesso.
«Grazie
infinite.».
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