Giacomo
Ramella Pralungo sfoglia abitualmente libri e riviste, leggendone con
attenzione capitoli e articoli su cui ama pensare e trarre considerazioni,
confrontandosi costantemente con i fatti, abitudine da cui trae una grande
esperienza personale: «Nel mio caso si tratta di vitamine sia per la mente che
per il cuore, perché questo esercizio mi aiuta a crescere momento per momento.
Mi aiuta a non dare nulla per scontato, avvicinandomi al vero e allontanandomi
da ciò che non lo è.». Conversando informalmente oppure rispondendo a domande
serie si esprime sempre in base alla propria conoscenza ed esperienza, senza
sforzarsi di apparire qualcos’ altro di diverso da sé stesso. Libero pensatore,
convinto difensore delle proprie idee, quando parla non fa piroette retoriche,
e quando non ha le idee chiare su qualcosa risponde con un sorriso e un
semplice: «Non lo so.».
Diversamente
da quanto ci si potrebbe aspettare da lui in quanto appassionato di fantascienza
e autore di libri di questo stesso genere letterario, non esita a esporre idee
piuttosto scettiche in materia di ufologia e altre più personali in tema di
alieni.
Lei
crede alla possibilità di vita nell’ universo, al di fuori di questo mondo?
«Certamente. L’ universo è infinito, e la
nostra galassia soltanto raggiunge dimensioni talmente vaste che ora le
comprendiamo a stento. Esiste un numero incalcolabile di altri pianeti oltre al
nostro, ognuno con caratteristiche proprie. Pensare che la vita si sia
sviluppata soltanto qui, sulla Terra, sarebbe del tutto illogico. Ellie Arroway,
la ricercatrice protagonista del magnifico film ‘Contact’, afferma molto
chiaramente che l’ universo è molto vasto, più grande di qualsiasi cosa si sia
mai immaginato, quindi se esistessimo soltanto noi sarebbe uno spreco di spazio.
Io sento che questo principio è particolarmente aderente ai fatti.».
Lei
è uno scrittore di fantascienza, eppure si dice scettico su gran parte di quanto
viene affermato in ambito ufologico.
«Ha
ragione, ma prima di tutto bisogna essere chiari su cosa intendiamo per
ufologia, e distinguerla dal contattismo. Se parliamo dell’ analisi scientifica
degli oggetti volanti non identificati, il cui acronimo in inglese è appunto
‘UFO’, l’ ufologia rappresenta una disciplina utile, in cui io stesso credo, e
infatti la maggior parte di questi oggetti vengono successivamente identificati
come velivoli umani, giochi di luce o fenomeni atmosferici naturali. Più
raramente ci troviamo alle prese con avvistamenti che non trovano una
spiegazione, e vengono archiviati come oggetti volanti non identificati finendo
con l’ alimentare l’ ipotesi dei visitatori alieni. Il contattismo, invece, è
tutt’ altra cosa: è un fenomeno che riguarda persone che affermano di ricevere messaggi
di natura religiosa o spirituale dagli alieni in visita sulla Terra. Non
necessariamente si parla di dischi volanti quando si nominano gli UFO, e dal
momento che il contattismo appartiene al mondo delle religioni, per me è
assolutamente naturale guardarlo con un forte scetticismo.».
Qual’
è il collegamento tra UFO, alieni e religione?
«Nel
1947 furono segnalati i primi avvistamenti di dischi volanti e oggetti volanti
non identificati, e nel mondo si diffuse rapidamente il fenomeno del contattismo,
portato avanti da persone che si definivano, come fanno tuttora, prescelte dai ‘fratelli
dello spazio’ per diffondere sulla Terra il loro messaggio. Il loro
comportamento, nonché quello dei loro seguaci, presenta diverse caratteristiche
tipiche dei culti religiosi, al punto che con l’ andare del tempo hanno portato
alla nascita di un gran numero di vere e proprie sette che vedono gli alieni
come un segno di Dio, esseri infinitamente benevoli, perfetti e addirittura
trascendenti, pionieri di un secondo Avvento. Il messianismo di queste sette si
fonda sulla credenza dell’ imminente manifestazione pubblica degli alieni sulla
Terra, che deve essere preparata da una minoranza illuminata di umani, a cui
seguirà un’ era di prosperità e abbondanza.
Il
primo contattista fu George Adamski, che negli Anni Cinquanta sfruttò i mezzi
di comunicazione di massa statunitensi ottenendo una certa visibilità, benché
in seguito apparve chiaro che la sua storia fosse tutta una montatura. Oggi,
tra le sette contattiste più note e discusse spicca quella di Scientology.».
Come
si immagina gli alieni?
«(Risata) Sicuramente me li immagino molto
diversi da come li presenta la tradizione fantascientifica, e da come io stesso
li descrivo nei miei libri (risata)! Come
dicevo prima, l’ universo è immenso, quindi esistono infinite possibilità. In
generale io penso che esistano civiltà più avanzate e altre più arretrate di
noi, peraltro alcuni ricercatori, partendo dalla teoria del Big Bang,
sostengono che la vita nell’ universo abbia un’ origine comune, ma che in
seguito si sia evoluta autonomamente sui diversi pianeti abitabili,
differenziandosi. A me piace pensare che se noi discendiamo dalle scimmie, i
nativi di altri mondi potrebbero discendere da altre specie animali.».
Mondi
abitati da leoni o volpi umanoidi?
«(Risata) E perché no? Fino a prova
contraria, tutto può essere (risata)!».
C’
è chi afferma che abbiano già visitato la Terra, e che in questo stesso momento
siano in mezzo a noi: lei che ne pensa?
«L’
idea di alieni che ci osservano di nascosto, silenziosamente, è piuttosto
comune nella fantascienza, e si basa su di un principio basilare della scienza
dell’ osservazione, secondo cui si cambia tutto ciò che si osserva. Nel caso di
una cultura aliena particolarmente progredita potrebbe anche essere vero: noi
potremmo essere studiati dall’ interno da agenti altamente specializzati nella
raccolta di informazioni. Ma occorre tenere presente che stiamo parlando di
semplici congetture, nessuna delle quali avallata dalla minima prova o indizio.
Se tendo a dubitate dei racconti sui dischi volanti, in questo caso non ho gli
elementi per dare un giudizio piuttosto che un altro. Penso che gli alieni
potrebbero essere tra noi così come potrebbero non esserlo: chi può saperlo?».
E
sulle varie teorie secondo cui alcuni governi siano in contatto con gli alieni,
da cui avrebbero ricevuto alcune tecnologie in cambio di determinati favori?
«Ce
ne sono moltissime, una più avvincente e suggestiva dell’ altra. Una delle più
famose riguarda ciò che avverrebbe negli interni dell’ Area 51, la vasta base
militare situata nello Stato del Nevada, negli Stati Uniti d’ America, che da
molti anni viene descritta come centro di sviluppo di tecnologie ricavate da
campioni concessi dagli alieni, sotto la loro diretta supervisione. Credo che
per la maggior parte si tratti di miti e leggende ufologici e contattisti, se
non proprio di una vasta operazione di disinformazione promossa dagli stessi
governi coinvolti per tenere nascosto quello che stanno facendo davvero (risata)!».
Lei
spera di assistere ad un primo contatto con un popolo alieno, un giorno?
«Mi
piacerebbe molto! Credo proprio che un fatto del genere farebbe un gran bene al
genere umano, che inevitabilmente finirebbe per ridurre la propria arroganza,
nonché la tendenza a fare guerre e a sentirsi il centro di tutto. Di certo, io
potrei ricavarne un gran bel libro (risata)!».
Tra
breve lei presenterà un romanzo ispirato all’ incidente di Roswell, il più
celebre incidente ufologico della storia.
«Sì,
sì! Ne venni a conoscenza da bambino, nell’ estate 1994, quando avevo appena
dieci anni, seguendo una puntata di ‘Misteri’, il celebre programma
divulgazione pseudoscientifica condotto da Lorenza Foschini, che fece storia
trasmettendo per la prima volta in Italia un filmato diffuso da Ray Santilli,
un musicista e produttore cinematografico britannico, in cui si mostra l’
autopsia di un cadavere alieno legato ai fatti di Roswell. In seguito si scoprì
che tale filmato è un falso, ma in ogni caso riuscì a ravvivare l’ interesse
per quella vicenda misteriosa, ancora oggi molto discussa. L’ unica certezza è
che nel 1947 un oggetto non identificato cadde in un podere di Roswell, e che i
militari si presentarono nel giro di poco tempo prelevando il materiale e imponendo
sulla vicenda un rigoroso silenzio. Ovviamente, ho basato la mia storia sull’
idea dell’ astronave e dei tre cadaveri alieni, apparsa fin dall’ alba di quell’
enigmatico incidente.».
Grazie,
e buon Natale.
«Grazie
infinite, altrettanto a lei e a tutti coloro che questa bella intervista raggiungerà.».
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