giovedì 21 dicembre 2017

La posizione di uno scrittore di fantascienza su UFO e alieni


Giacomo Ramella Pralungo sfoglia abitualmente libri e riviste, leggendone con attenzione capitoli e articoli su cui ama pensare e trarre considerazioni, confrontandosi costantemente con i fatti, abitudine da cui trae una grande esperienza personale: «Nel mio caso si tratta di vitamine sia per la mente che per il cuore, perché questo esercizio mi aiuta a crescere momento per momento. Mi aiuta a non dare nulla per scontato, avvicinandomi al vero e allontanandomi da ciò che non lo è.». Conversando informalmente oppure rispondendo a domande serie si esprime sempre in base alla propria conoscenza ed esperienza, senza sforzarsi di apparire qualcos’ altro di diverso da sé stesso. Libero pensatore, convinto difensore delle proprie idee, quando parla non fa piroette retoriche, e quando non ha le idee chiare su qualcosa risponde con un sorriso e un semplice: «Non lo so.».
Diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare da lui in quanto appassionato di fantascienza e autore di libri di questo stesso genere letterario, non esita a esporre idee piuttosto scettiche in materia di ufologia e altre più personali in tema di alieni.

Lei crede alla possibilità di vita nell’ universo, al di fuori di questo mondo?

«Certamente. L’ universo è infinito, e la nostra galassia soltanto raggiunge dimensioni talmente vaste che ora le comprendiamo a stento. Esiste un numero incalcolabile di altri pianeti oltre al nostro, ognuno con caratteristiche proprie. Pensare che la vita si sia sviluppata soltanto qui, sulla Terra, sarebbe del tutto illogico. Ellie Arroway, la ricercatrice protagonista del magnifico film ‘Contact’, afferma molto chiaramente che l’ universo è molto vasto, più grande di qualsiasi cosa si sia mai immaginato, quindi se esistessimo soltanto noi sarebbe uno spreco di spazio. Io sento che questo principio è particolarmente aderente ai fatti.».

Lei è uno scrittore di fantascienza, eppure si dice scettico su gran parte di quanto viene affermato in ambito ufologico.

«Ha ragione, ma prima di tutto bisogna essere chiari su cosa intendiamo per ufologia, e distinguerla dal contattismo. Se parliamo dell’ analisi scientifica degli oggetti volanti non identificati, il cui acronimo in inglese è appunto ‘UFO’, l’ ufologia rappresenta una disciplina utile, in cui io stesso credo, e infatti la maggior parte di questi oggetti vengono successivamente identificati come velivoli umani, giochi di luce o fenomeni atmosferici naturali. Più raramente ci troviamo alle prese con avvistamenti che non trovano una spiegazione, e vengono archiviati come oggetti volanti non identificati finendo con l’ alimentare l’ ipotesi dei visitatori alieni. Il contattismo, invece, è tutt’ altra cosa: è un fenomeno che riguarda persone che affermano di ricevere messaggi di natura religiosa o spirituale dagli alieni in visita sulla Terra. Non necessariamente si parla di dischi volanti quando si nominano gli UFO, e dal momento che il contattismo appartiene al mondo delle religioni, per me è assolutamente naturale guardarlo con un forte scetticismo.».

Qual’ è il collegamento tra UFO, alieni e religione?

«Nel 1947 furono segnalati i primi avvistamenti di dischi volanti e oggetti volanti non identificati, e nel mondo si diffuse rapidamente il fenomeno del contattismo, portato avanti da persone che si definivano, come fanno tuttora, prescelte dai ‘fratelli dello spazio’ per diffondere sulla Terra il loro messaggio. Il loro comportamento, nonché quello dei loro seguaci, presenta diverse caratteristiche tipiche dei culti religiosi, al punto che con l’ andare del tempo hanno portato alla nascita di un gran numero di vere e proprie sette che vedono gli alieni come un segno di Dio, esseri infinitamente benevoli, perfetti e addirittura trascendenti, pionieri di un secondo Avvento. Il messianismo di queste sette si fonda sulla credenza dell’ imminente manifestazione pubblica degli alieni sulla Terra, che deve essere preparata da una minoranza illuminata di umani, a cui seguirà un’ era di prosperità e abbondanza.
Il primo contattista fu George Adamski, che negli Anni Cinquanta sfruttò i mezzi di comunicazione di massa statunitensi ottenendo una certa visibilità, benché in seguito apparve chiaro che la sua storia fosse tutta una montatura. Oggi, tra le sette contattiste più note e discusse spicca quella di Scientology.».

Come si immagina gli alieni?

«(Risata) Sicuramente me li immagino molto diversi da come li presenta la tradizione fantascientifica, e da come io stesso li descrivo nei miei libri (risata)! Come dicevo prima, l’ universo è immenso, quindi esistono infinite possibilità. In generale io penso che esistano civiltà più avanzate e altre più arretrate di noi, peraltro alcuni ricercatori, partendo dalla teoria del Big Bang, sostengono che la vita nell’ universo abbia un’ origine comune, ma che in seguito si sia evoluta autonomamente sui diversi pianeti abitabili, differenziandosi. A me piace pensare che se noi discendiamo dalle scimmie, i nativi di altri mondi potrebbero discendere da altre specie animali.».

Mondi abitati da leoni o volpi umanoidi?

«(Risata) E perché no? Fino a prova contraria, tutto può essere (risata)!».

C’ è chi afferma che abbiano già visitato la Terra, e che in questo stesso momento siano in mezzo a noi: lei che ne pensa?

«L’ idea di alieni che ci osservano di nascosto, silenziosamente, è piuttosto comune nella fantascienza, e si basa su di un principio basilare della scienza dell’ osservazione, secondo cui si cambia tutto ciò che si osserva. Nel caso di una cultura aliena particolarmente progredita potrebbe anche essere vero: noi potremmo essere studiati dall’ interno da agenti altamente specializzati nella raccolta di informazioni. Ma occorre tenere presente che stiamo parlando di semplici congetture, nessuna delle quali avallata dalla minima prova o indizio. Se tendo a dubitate dei racconti sui dischi volanti, in questo caso non ho gli elementi per dare un giudizio piuttosto che un altro. Penso che gli alieni potrebbero essere tra noi così come potrebbero non esserlo: chi può saperlo?».

E sulle varie teorie secondo cui alcuni governi siano in contatto con gli alieni, da cui avrebbero ricevuto alcune tecnologie in cambio di determinati favori?

«Ce ne sono moltissime, una più avvincente e suggestiva dell’ altra. Una delle più famose riguarda ciò che avverrebbe negli interni dell’ Area 51, la vasta base militare situata nello Stato del Nevada, negli Stati Uniti d’ America, che da molti anni viene descritta come centro di sviluppo di tecnologie ricavate da campioni concessi dagli alieni, sotto la loro diretta supervisione. Credo che per la maggior parte si tratti di miti e leggende ufologici e contattisti, se non proprio di una vasta operazione di disinformazione promossa dagli stessi governi coinvolti per tenere nascosto quello che stanno facendo davvero (risata)!».

Lei spera di assistere ad un primo contatto con un popolo alieno, un giorno?

«Mi piacerebbe molto! Credo proprio che un fatto del genere farebbe un gran bene al genere umano, che inevitabilmente finirebbe per ridurre la propria arroganza, nonché la tendenza a fare guerre e a sentirsi il centro di tutto. Di certo, io potrei ricavarne un gran bel libro (risata)!».

Tra breve lei presenterà un romanzo ispirato all’ incidente di Roswell, il più celebre incidente ufologico della storia.

«Sì, sì! Ne venni a conoscenza da bambino, nell’ estate 1994, quando avevo appena dieci anni, seguendo una puntata di ‘Misteri’, il celebre programma divulgazione pseudoscientifica condotto da Lorenza Foschini, che fece storia trasmettendo per la prima volta in Italia un filmato diffuso da Ray Santilli, un musicista e produttore cinematografico britannico, in cui si mostra l’ autopsia di un cadavere alieno legato ai fatti di Roswell. In seguito si scoprì che tale filmato è un falso, ma in ogni caso riuscì a ravvivare l’ interesse per quella vicenda misteriosa, ancora oggi molto discussa. L’ unica certezza è che nel 1947 un oggetto non identificato cadde in un podere di Roswell, e che i militari si presentarono nel giro di poco tempo prelevando il materiale e imponendo sulla vicenda un rigoroso silenzio. Ovviamente, ho basato la mia storia sull’ idea dell’ astronave e dei tre cadaveri alieni, apparsa fin dall’ alba di quell’ enigmatico incidente.».

Grazie, e buon Natale.

«Grazie infinite, altrettanto a lei e a tutti coloro che questa bella intervista raggiungerà.».

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