Nel
1947 lo sperduto paesello di Roswell, nel Nuovo Messico, balzò agli onori della
cronaca per il ritrovamento di uno strano relitto collegato ad un misterioso
incidente, e in seguito all’ intervento delle autorità militari locali si parlò
nientemeno che di un disco volante con tanto di tre cadaveri alieni. Dopo
essere stato velocemente coperto da una cortina di riserbo, l’ incidente di
Roswell non tardò a passare comunque alla storia, soprattutto a seguito di determinate
indiscrezioni sensazionali da parte di alcune persone direttamente coinvolte,
venendo poi inevitabilmente ripreso infinite volte dalla narrativa, dal cinema
e dalla televisione, anche a scopo satirico. Giacomo Ramella Pralungo,
appassionato autore di fantascienza, se ne è a sua volta servito come base per
il suo nuovo libro, ‘Fantasma del passato’,edito su www.lulu.com in formato sia cartaceo che elettronico. Avanzando in un grande prato
spoglio accanto ad una strada asfaltata e a una semplice casa in stile
campagnolo, afferma osservando il cielo nitido: «E’ un mistero che mi ha sempre
profondamente affascinato, fin da quando avevo appena dieci anni. Non ho
davvero resistito alla tentazione di ricavarne una storia tutta mia, e
scriverne ogni singola riga mi ha enormemente entusiasmato…».
Come
ha saputo dell’ incidente di Roswell?
«Era l’ estate 1994. Avevo dieci anni, e
stavo trascorrendo un periodo a casa di una mia prozia e del suo convivente,
con il quale amavo parlare di storia antica e misteri vari, mentre la sera
guardavamo i documentari della RAI, che poi commentavamo con grande interesse.
Una sera seguimmo una puntata di ‘Misteri’, un programma di divulgazione
pseudoscientifica condotto da Lorenza Foschini, che trasmise per la prima volta
in Italia un filmato diffuso da Ray Santilli, un musicista e produttore
cinematografico britannico, in cui si mostrava l’ autopsia di un cadavere
alieno legato ai fatti di Roswell. Nel resto del mondo tale filmato era stato
pubblicato già nel 1991, ma in un secondo momento Santilli ammise che si
trattava di un falso girato con un amico, pur sostenendo che ne esisteva un
originale, deterioratosi notevolmente nel tempo. Dopo quarantasette anni,
Roswell riusciva ancora a catturare notevolmente l’ interesse della gente.».
Da
come ne parla sembra proprio che questo sia un tema a lei molto caro.
«Oh,
sì, davvero molto caro. Quando ero bambino preferivo enormemente i giochi di
fantasia, e quando non frequentavo gli amici trascorrevo il tempo immaginando
storie di alieni e battaglie interplanetarie, ricavando armi e scudi da tutto
ciò che avevo a disposizione. Una storia particolare come quella di Roswell,
fin dall’ inizio attribuita agli alieni e di cui venni a sapere proprio durante
la mia infanzia, non poteva non suscitare il mio interesse. Cominciai a
riflettere sull’ effettiva possibilità dell’ esistenza degli alieni proprio in
tale occasione.».
E
infine ha deciso di scrivere un libro sull’ argomento.
«Esatto. La narrativa, la televisione e il
cinema avevano già ampiamente ripreso il tema di questo incidente, e io stesso
ho a lungo e attentamente valutato la possibilità di firmare un libro in
proposito. Così mi sono venute alcune idee interessanti, e ho scelto di intraprendere
questa via.».
Come
lei stesso ha appena detto, i fatti di Roswell non sono affatto una novità nel
campo della fantascienza, quindi a che cosa voleva dare risalto con ‘Fantasma
del passato’?
«Volevo
evitare fin dall’ inizio i temi classici dello spionaggio alieno e delle
avanguardie in previsione di un’ invasione da parte di potenze superiori alla nostra.
Intendevo piuttosto approfondire argomenti più ampi quali rivoluzioni, intrighi
politici interplanetari, interferenze e manipolazioni sociali e culturali,
nonché quello del fuggitivo. Tutte cose che appassionano il lettore, e che
nella fantascienza trovano ampio risalto in quanto hanno un’ ambientazione
particolarmente vasta che abbraccia lo spazio, non solo una singola nazione o la
sola Terra.».
Come
si sente al pensiero di aver dedicato una sua opera a questo celebre e
misterioso avvenimento?
«E’
stato davvero entusiasmante per me, e anche a costo di sembrare ridicolo
confesso che mi è sembrato di tornare bambino. In più, dal momento che volevo
presentare qualcosa di unico in mezzo a tante opere già diffuse prima della
mia, ho dovuto muovermi con grande cura. Nei miei libri cerco sempre di
inserire un evento realmente accaduto o un personaggio storico davvero vissuto,
e in ‘Fantasma del passato’ il principio assume un’ importanza notevole, quindi
anche per questo mi sento particolarmente legato a tale narrazione.».
Secondo
lei che cosa accadde veramente nel luglio 1947 in Nuovo Messico?
«Tanto
per cominciare bisogna tenere conto dell’ elevato livello di segretezza a cui
l’ incidente fu sottoposto da parte dello Stato Maggiore dell’ aeronautica militare
degli Stati Uniti, nonostante le dichiarazioni degli ufficiali della base
locale di Roswell, che parlarono apertamente di un disco volante con tre alieni
morti. In mancanza di dati ed elementi sicuri è possibile che l’ aviazione o
magari i servizi segreti sperimentassero qualche nuova tecnologia di cui non
volevano parlare apertamente. Dopo tutto, la Seconda Guerra Mondiale era finita
da appena due anni, e Stati Uniti e Unione Sovietica si preparavano ad uno
scontro senza esclusione di colpi con cui imporre sulla scena internazionale un
nuovo ordine politico, militare ed economico.».
Quindi
lei non sostiene davvero la pista aliena, nonostante sia alla base della sua
narrazione?
«Io
sono assolutamente convinto che nello spazio esista vita aliena, in quanto
sarebbe illogico partire dal presupposto che la Terra sia il solo pianeta
abitabile dell’ universo. Ma per quanto riguarda Roswell non sappiamo che cosa
sia realmente accaduto, e forse non lo sapremo mai. Peraltro occorre ricordare
che le voci riguardanti gli alieni non sono ancora state dimostrate. Tutto può
essere. Con il mio libro volevo solo presentare un’ opera di fantasia.».
Quello
di Roswell fu il primo incidente ufologico della storia, ma nessuno di quelli
avvenuti in seguito divenne altrettanto famoso: perché, secondo lei?
«Forse
per la particolare epoca in cui ebbe luogo, ossia la fine degli Anni Quaranta,
e perché in quello stesso periodo venivano avvistati in più occasioni oggetti
volanti non identificati e strani bagliori in molti luoghi diversi. Peraltro,
in quel tempo Roswell era una tranquilla cittadina ai margini del mondo,
popolata da gente semplice e da qualche vecchio cowboy non troppo diverso da
quelli visti nei film western, e l’ idea di un velivolo alieno precipitato
proprio da quelle parti rappresenta di per sé qualcosa di sensazionale. Gli
eclatanti annunci presentati nel giro di poco tempo dalle autorità locali e il
silenzio prontamente imposto dalle alte sfere contribuirono alla nascita di una
leggenda tuttora vivente e appassionante.».
Lei
ha basato la trama di ‘Fantasma del passato’ sul tema della religione, delle
religioni ufologiche e delle sette.
«Sì,
è vero. Volevo dare alla mia storia su Roswell qualcosa di particolare, e
svolgendo alcune ricerche ho approfondito la mia conoscenza sulla questione
delle religioni ufologiche, che negli ultimi decenni sono cresciute a dismisura
per numero, influenza sociale e potere finanziario. Si pensi ad esempio al Movimento
raeliano. Il contattismo e le religioni ufologiche nacquero proprio a seguito
degli avvistamenti del 1947, contribuendo ampiamente a far entrare i dischi
volanti nell’ immaginazione collettiva di tutto il mondo, e trovavo
interessante l’ idea delle false religioni e delle sette, quindi l’ ho usata
come base insieme a quella di un pericoloso intrigo politico e militare
interplanetario.».
Vuole
raccontarci qualcosa sulla trama?
«A
Roswell, nel podere di un contadino, precipita un misterioso disco volante
alieno abbattuto per errore durante un esame missilistico, e i militari, subito
dopo averlo requisito insieme ai tre cadaveri umanoidi in esso rinvenuti,
pubblicano la notizia suscitando molto clamore. Ma il Pentagono, lo Stato
Maggiore della Difesa e l’ FBI, sostenuti dalla Casa Bianca, mettono tutto a
tacere sostenendo che si è trattato di un semplice pallone sonda con manichini
usato a fini meteorologici, e minacciano con durezza i testimoni oculari affinché
si attengano alla versione ufficiale. Quasi cinquant’ anni dopo, nel 1994, il
generale Ralph Lubic, ufficiale al comando dell’ Area 51, la base militare più
segreta al mondo in cui vengono collaudate le tecnologie tratte dal disco
volante di Roswell, viene contattato dal capitano Sorhd Kevolon Vaerdobiux,
proveniente dal pianeta Bandror, luogo di origine del disco volante e dei tre umanoidi
defunti, domandandogli aiuto nella ricerca di un loro pericoloso criminale, il
commodoro Xiank Dur Kaofin, evaso dalla sua prigione mentale a seguito dell’
incidente di Roswell, e ora in grado di assumere sembianze umane. Comincia
quindi un’ accurata e incessante ricerca tra le sette religiose dedite al culto
degli alieni, e una corsa contro il tempo tesa a prevenire un pericoloso
complotto che potrebbe determinare seri problemi in buona parte della Galassia.».
Un
dettaglio che colpisce è la precisa descrizione che lei fa degli alieni, i
bandroriani, un popolo potente, civile e assai progredito eppure non ancora
esente da cospirazioni, rivoluzioni e delitti politici.
«Volevo fare una descrizione ampia e
verosimile, evitando lo stereotipo ormai comune del popolo alieno totalmente
buono oppure totalmente cattivo. Per definire i bandroriani e la loro civiltà
mi sono basato molto sui kryptoniani di Superman e i Goa’ uld di ‘Stargate
SG1’, due razze cosmiche molto diverse tra loro ma con caratteristiche molto
interessanti. Soprattutto, volevo evidenziare il passato e la tradizione
politica, sociale e religiosa di questo popolo, e per questo ho trovato una
valida ispirazione nella storia romana, più precisamente nel periodo in cui si
abbatté la monarchia in favore della Repubblica, nonché nell’ ordinamento dello
Stato britannico, il più noto esempio di monarchia parlamentare, e nel
Confucianesimo, la celebre tradizione filosofica, religiosa e morale cinese
improntata sulla rettitudine. Sento quindi di aver descritto i bandroriani in
modo esauriente e credibile.».
Ha
avuto qualche difficoltà nello scrivere la storia?
«Ammetto
di sì, in quanto ho dovuto prestare una certa attenzione ai particolari. Volevo
incominciare tutto dall’ inizio, proprio con l’ incidente del 1947, e poi
spostarmi al 1994, anno in cui venni a sapere di questo evento, come abbiamo
detto prima. Era quindi importante trovare una spiegazione efficace per uno
stacco di ben quarantasette anni dallo schianto del disco volante nel podere di
Roswell al momento in cui la parte principale della storia avrebbe avuto luogo,
definire la pericolosità dell’ alieno nascosto tra la nostra gente e il motivo
per cui il suo popolo non si sarebbe mostrato pubblicamente al genere umano. La
definizione dei dettagli mi ha richiesto tempo, e ho persino dovuto svolgere
qualche ricerca nel mondo militare e in quello delle teorie del complotto, ma
dopo attente riflessioni ho ricavato alcune idee che mi hanno convinto e
soddisfatto.».
Scriverà
altre storie tratte da questo misterioso incidente?
«Non lo escludo. Anzi, lo ritengo
piuttosto probabile.».
Grazie.
«Grazie
a voi, è sempre un vero piacere.».
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