mercoledì 6 settembre 2017

I benefici della lettura


Leggere fa bene alla mente. Sembra una delle solite affermazioni dei nostri vecchi e bacchettoni insegnanti di scuola, così rigorosi e lagnosi che anziché convincerci ottennero l’ esatto contrario, allontanandoci clamorosamente da questa particolare e affascinante attività.
Quando ero alle elementari, la mia maestra di italiano dedicava parte delle sue lezioni a leggerci fiabe da libri vecchi ma molto ben conservati, che amavo osservare con attenzione dal mio banco, e in previsione del nuovo anno scolastico sceglieva per noi belle antologie di racconti su cui in un secondo momento svolgevamo i relativi esercizi di comprensione. Era un modo meraviglioso di avvicinarci alla lettura, tramite il quale molti miei compagni e io ne scoprirono inevitabilmente il lato più suggestivo. In seguito, mentre frequentavo le medie, la professoressa di storia ci fece notare che leggere è particolarmente utile perché ci aiuta facilmente a imparare a parlare e scrivere correttamente. Negli anni quest’ indicazione non mi ha mai abbandonato, e dal momento che per me la lettura rappresenta un piacere personale, a cui dedico molto tempo, sono in condizione di confermarne pienamente la validità: devo molto della mia capacità di parlare e scrivere al meglio delle mie possibilità proprio ad una costante lettura, e benché abbia effettivamente raggiunto qualche risultato sento che mi rimane ancora qualcosa da apprendere, pertanto proseguo con entusiasmo in questo esercizio.

Con mia grande sorpresa, ho recentemente scoperto che i recenti studi condotti in ambito scientifico su alcune persone abituate a leggere quotidianamente hanno evidenziato risultati davvero sbalorditivi: la lettura non ha soltanto il potere di aprire la nostra mente a nuovi orizzonti, svelandoci altre realtà e rendendoci più colti, ma rappresenta un allenamento e un ottimo esercizio con cui il nostro cervello stimola le connessioni neuronali. La lettura fa davvero molto bene alla nostra testa, e i suoi benefici sono vasti quanto il cielo infinito, così tanti che la spiegazione non finirebbe mai.
I principali benefici della lettura sono dieci: stimola la mente, riduce lo stress, migliora le conoscenze, espande il vocabolario, migliora la memoria, rende più forte la capacità analitica del pensiero, migliora il livello di attenzione e di concentrazione, nonché le abilità di scrittura, induce alla tranquillità ed è una forma di intrattenimento gratuito. Esattamente come tutti i muscoli, il cervello ha infatti bisogno di tenersi in esercizio per rimanere in forma, e poiché costituisce la dimora della nostra mente è fondamentale evitarne l’ atrofizzazione. Analogamente ai rompicapi e agli scacchi, leggere mantiene il cervello sempre impegnato, prevenendo o rallentando lo sviluppo delle demenze senili. Quando si è immersi in una lettura, ci si ritrova in una diversa realtà, in cui ci si dimentica dei problemi quotidiani e lavorativi: un testo scritto bene aiuta ad allontanarsi dalle tensioni e a concedersi un po’ di rilassamento. Leggere è peraltro un ottimo metodo per nutrire il pensiero: quando si è in circostanze difficili, si può perdere il denaro, il lavoro, la casa e anche la salute, ma non le proprie conoscenze. Quello che si apprende leggendo si aggiunge invariabilmente al proprio bagaglio culturale, e tornerà utile nei momenti più inaspettati.
Più si legge, più il proprio modo di esprimersi migliora: le parole nuove vanno ad aggiungersi a quelle che costituiscono il vocabolario quotidiano, e naturalmente esprimersi bene e in modo articolato viene in aiuto anche nel contesto lavorativo, e stimola la propria autostima. Anche la memoria ha i suoi limiti, ma il cervello, nella sua meraviglia, può ricordare tutto con una certa disinvoltura: leggendo un libro occorre ricordare un certo novero di personaggi, di retroscena, storie e sfumature, dato che tutti i dettagli si intrecciano con la trama, e tale allenamento rappresenta un notevole beneficio per le sinapsi, spingendo la qualità della nostra memoria verso nuovi traguardi. Leggere con attenzione un libro giallo aiuta a sviluppare la capacità critica e analitica del pensiero, così da analizzare i dettagli e valutando la trama, determinando se sia stata scritta in modo soddisfacente o se i personaggi sono appropriati. Tale stimolo può estendersi anche alla vita quotidiana e lavorativa, recando enormi vantaggi proprio grazie alla tendenza a osservare e stimare gli elementi. Quando si legge un libro, un racconto o un articolo, l’ attenzione si riversa sul contenuto del testo, mentre il resto del mondo rimane fuori lasciandoci immersi in ogni dettaglio. Se si legge per almeno un quarto d’ ora prima di andare a lavoro si raggiungerà un maggiore livello di concentrazione, che senz’ altro sarà di aiuto sul posto di lavoro. Nello stesso modo in cui i musicisti si influenzano a vicenda, stabilendo dapprima chi è il maestro e chi l’ apprendista, gli scrittori imparano come scrivere in prosa proprio leggendo le opere degli altri: io stesso ho subito l’ influenza di grandi autori come Herbert George Wells, Frank Herbert e Michael Crichton, dei quali mi considero un discepolo, e posso confermare pienamente la verità di questo questo principio! Oltre al rilassamento che accompagna la lettura, l’ argomento può letteralmente condurre in un mondo di pace interiore e tranquillità: i testi spirituali fanno abbassare la pressione sanguigna dando un senso di calma estrema, mentre leggere libri incentrati sul come aiutare sé stessi aiuta profondamente chi soffre di determinati disturbi comportamentali o malattie mentali. Allontanandosi per qualche tempo dai convenzionali sistemi di intrattenimento, come la televisione, gli spettacoli teatrali o musicali in città, piuttosto che il cinema, è possibile aprire un libro e passando degnamente una parte del proprio tempo, riempiendo il proprio spirito e tornando a sé stessi nel qui e ora senza bisogno di immergersi nel caos urbano o di spendere cifre astronomiche. Naturalmente non sto invitando nessuno a boicottare abitualmente le tradizionali forme di spettacolo, come fanno i monaci, in favore della sola lettura, ma a scegliere una sana via di mezzo capace di toccare entrambe le realtà.
Quindi, possiamo concludere con una certa sicurezza che leggere sia un gran bel modo di avere cura di sé stessi!

Eppure, nonostante la piacevolezza, l’ utilità e gli immensi benefici della lettura sulla salute, la nostra Italia risulta un Paese che proprio nella lettura ha uno dei suoi punti più deboli: l’ Istituto nazionale di statistica afferma che nel 2016 il 57.6% degli italiani non ha letto nemmeno un libro di carta in un anno. Si tratta certamente di uno dei problemi più urgenti con cui siamo alle prese. All’ inizio degli Anni Sessanta solo il 16.3% degli italiani leggeva libri, ma allora tre quarti della popolazione nazionale aveva soltanto la licenza elementare, e l’ 8% soffriva ancora di analfabetismo.
Ma oggi perché zoppichiamo ancora così tanto nella lettura, registrando i livelli più bassi rispetto ad altri Paesi europei, e con grandi differenze sia territoriali che sociali? Leggere non è sufficiente, in quanto occorre capire appieno ciò che si sta recependo: tale abilità è molto bassa nella popolazione adulta italiana, non perché siamo un popolo di stupidi, tutt’ altro, ma in quanto non coltiviamo tale capacità, scegliendo più comodamente di limitarci a ripetere come pappagalli le parole, e il conseguimento di un semplice titolo di studio basta! Dietro qualsivoglia diploma o laurea vi è infatti una mente che deve essere costantemente coltivata e tenuta sveglia. Come disse il celebre linguista Tullio De Mauro, Ministro della pubblica istruzione tra il 2000 e il 2001, recentemente venuto a mancare, l’ analfabetismo di ritorno, in Italia piuttosto comune, va assolutamente sconfitto insistendo soprattutto sulla formazione degli adulti e la riduzione delle disuguaglianze: solo così la lettura potrà degnamente crescere. Peraltro occorre ricordare che tra i giovanissimi si è diffuso un forte calo della lettura nel contesto del tradizionale formato cartaceo in favore del formato digitale, che consente una lettura più rapida e meno impegnativa, ma molto discontinua. Rapidità ed efficacia non sono forse divenute le parole d’ ordine della società moderna, tutta dedita alla competizione?
A proposito del rapporto tra formato cartaceo e quello digitale, che comprende il libro elettronico, il telefono intelligente e il PC tavoletta, la maggior parte degli italiani, pur facendone un certo uso, continua a preferire il consueto libro di carta: normalmente, infatti, ci rivolgiamo al formato digitale per i testi più semplici, ma per i romanzi e gli scritti più complessi continuiamo a riconoscere al tradizionale formato cartaceo una posizione nettamente privilegiata.

Fatto piuttosto strano per un Paese come il nostro, noto e invidiato a livello mondiale per essere stato ed essere tuttora culla di una delle culture più vaste e sfaccettate di tutta la storia, in cui si sono generati fiotti di grandi scrittori, poeti, saggisti e filosofi dai tempi più antichi a quelli più attuali, noi italiani leggiamo poco, e non insegniamo abbastanza alle nuove generazioni il piacere della lettura, sia essa fine a sé stessa o finalizzata al miglioramento di noi stessi: la maggior parte delle persone riconosce di non aver letto un libro nell’ ultimo anno, e alcuni addirittura non ne hanno mai letto uno in tutta la vita! Peraltro risulta in costante aumento chi non legge il giornale, sebbene occorra precisare che le testate italiane di oggi non sono più qualificate come in passato.
Il problema deriva principalmente da una crisi sociale e culturale ormai talmente estesa che non possiamo nascondere fingendo che non esista, legata soprattutto all’ abbandono scolastico e all’ analfabetismo di ritorno piuttosto che all’ impiego del mezzo televisivo, vissuto come unico grande polo attrattivo e ricreativo passivo, per nulla impegnativo. In un certo senso si può affermare che anche il costo dei singoli libri non incoraggia ad imbarcarsi nella lettura, dal momento che molti testi hanno raggiunto prezzi elevati: in Francia i tascabili riscuotono invece un grande successo nelle vendite con circa centrotrenta milioni di pezzi venduti, vantando una qualità soddisfacente e un prezzo che oscilla al massimo tra i tre e i dieci euro. Forse è il caso di rifletterci sopra.

Se leggere, e soprattutto riflettere con intelligenza su ciò che si legge, beneficia la nostra mente rifornendola di nuovi dati che stimolano la comprensione della realtà e affinano il pensiero, e addirittura influisce positivamente sulle condizioni fisiche del nostro cervello, perché negarsene scivolando in un uno stato di progressiva pigrizia e intorpidimento mentale, finendo con il diventare esseri in condizioni vegetative? In passato ci è stato più volte ricordato che un popolo di ignoranti si governa più facilmente, attraendolo e seducendolo con quelle che lo stesso De Mauro chiamava «corbellerie e mistificazioni», ma oggi siamo talmente impantanati nello stagno dell’ ignoranza da aver votato politici a loro volta grandemente ignoranti: meno del 30% della nostra popolazione capisce come funziona la politica italiana, e il 70% vota possedendo scarse informazioni e con un’ elementare capacità di analisi. Conseguentemente, il 90% dei parlamentari casualmente intervistati all’ ingresso in aula non hanno saputo rispondere a semplici domande di cultura generale o di politica attuale! A complicare ulteriormente le cose, i principali tagli alle spese che i vari governi hanno compiuto negli ultimi anni sono proprio a danno della cultura.
Tutto ciò è rivoltante, assolutamente indegno di quella nazione civile che l’ Italia può e deve essere di fronte al mondo, e pur non volendo essere pessimista temo davvero che la crisi culturale che stringe la nostra meravigliosa nazione come in una morsa sia destinata a creare guai di gran lunga peggiori di quella economica e finanziaria. Perché un futuro sia possibile dovremo rimboccarci le maniche fin da questo momento e migliorare le nostre menti leggendo, leggendo e ancora leggendo!

Giacomo Ramella Pralungo

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